Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2013 alle ore 17:19.

My24
(Ansa)(Ansa)

Non solo: la delibera coinvolge anche le piattaforme e i motori di ricerca e permette di rimuovere pure i semplici link, testo o qualsiasi altra cosa che direttamente o indirettamente favorisce il download di un'opera pirata. Una conseguenza è che anche Google e Youtube dovranno rimuovere con urgenza (sempre entro 48 ore) i link o i video che Agcom ritiene "pirata", mentre ora lo fanno con i propri tempi e modi (che i detentori di diritto d'autore non considerano abbastanza efficaci).

Non solo, la delibera tratta alla stregua di link e opere pirata- e quindi impone la rimozione- anche di "messa a disposizione di indicazioni in merito alle modalità tecniche per accedere alle opere digitali diffuse illegalmente. e «l'incoraggiamento, anche indiretto, alla fruizione di opere digitali diffuse in violazione della Legge sul diritto d'autore». Disposizioni che hanno pesanti impatti sulla libertà di espressione e il diritto di cronaca: si chiederà di rimuovere per esempio un articolo che spieghi- anche senza link- in generale come è possibile accedere a certi siti aggirando i blocchi imposti dai tribunali. O un commento che sostenga per esempio che non violare il diritto d'autore non danneggia effettivamente il mercato (come riferiscono per altro alcune ricerche )."Il blogger, il titolare del forum, il titolare del sito, il provider, se vuole difendersi dalla rimozione anche solo di un file oppure dalla cancellazione dell'intero sito deve precipitarsi a Roma ed impugnare i provvedimenti dell'autorità al costo di 4000 euro (2000 in alcuni casi), solo per il costo del contributo unificato ( ovvero i bolli) più tutti costi delle notifiche e dell'avvocato", dice Sarzana. «Ci vogliono alcuni giorni, contro le 48 ore che l'intermediario ha per rimuovere l'opera: la difesa è impossibile», aggiunge. L'intermediario che non ottempera rischia una multa Agcom da 250 mila euro e la segnalazione all'Autorità giudiziaria. Infine, se non possibile rimuovere il singolo elemento "pirata", l'intermediario deve oscurare l'intero sito.

Su tutto pende inoltre un dubbio giuridico: se Agcom è titolata o no a sostituirsi all'autorità giudiziaria per queste mansioni. Non c'è una norma esplicita a riguardo, tanto che Agcom si augura che venga dal Parlamento nelle prossime settimane.

La replica di Agcom

«L'Agcom ribadisce che quella approvata giovedì scorso è una bozza di regolamento sottoposta a consultazione pubblica, alla quale l'Autorità auspica la partecipazione del maggior numero possibile di stakeholders. In quell'occasione tutti gli interessati potranno fornire il loro contributo ai fini di eventuali miglioramenti di un testo, che è frutto di un approfondito dibattito che si è svolto, al di là delle precedenti consultazioni pubbliche, attraverso un workshop con ampia partecipazione e diverse recenti audizioni parlamentari.
Quanto al punto, sollevato da più parti, dell'invasività delle misure di enforcement, l'Agcom rileva che nella bozza in consultazione la relativa opzione è lasciata aperta ai commenti dei soggetti partecipanti. Al riguardo, l'Autorità incoraggia fortemente l'autoregolamentazione e in ogni caso la collaborazione di tutti i fornitori di servizi della società dell'informazione allo scopo di trovare soluzioni il più possibile condivise ed efficaci».

Shopping24

Dai nostri archivi