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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2013 alle ore 18:01.

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Delibera Agcom sul copyright annienta le libertà degli utenti", pioggia di critiche da provider ed esperti

Controllo a setaccio del nostro traffico internet, identità degli utenti svelate alle aziende del copyright a fronte di semplici segnalazioni (non ancora provate) di pirateria, cancellazione coatta anche dei commenti e articoli che si limitano a incoraggiare alla violazione del diritto d'autore. Nuovi obblighi in capo a Google e Youtube. Sono alcune delle conseguenze che potrebbe avere- se passerà così com'è adesso- la nuova delibera Agcom sul diritto d'autore, dopo che esperti e addetti ai lavori hanno potuto analizzarne il testo. Oggi sono arrivati i primi gridi d'allarme da parte dei provider (tramite l'associazione Assoprovider) e di esperti come l'avvocato Fulvio Sarzana.

Va detto che c'è ancora tempo per modificare la nuova normativa, visto che ci sono ora due mesi di consultazione pubblica in cui Agcom recepirà le segnalazioni delle parti. Le regole saranno attive inoltre solo a marzo 2014. E' ben possibile che l'Autorità voglia correggere alcune delle criticità segnalate oggi, visto che i commissari Agcom che hanno approvato la delibera hanno sempre ribadito di non voler minacciare la libertà di internet.

"Puntiamo ad azioni positive, che educhino alla legalità. E a procedure lampo per colpire i grandi siti pirata. Ma in modo che siano tutelate libertà di espressione, accesso a Internet e privacy", ha detto al Corriere delle Comunicazioni Francesco Posteraro, uno dei relatori della delibera il giorno stesso della sua approvazione. Forse quindi i rischi della delibera nascono da lacune impreviste nel testo, che apre possibili (ed inquietanti) interpretazioni. "Assoprovider esprime vivissima preoccupazione per lo schema di regolamento che finirebbe per trasformare ogni intermediario della rete (provider internet, hosting provider, motori di ricerca eccetera, Ndr.) in un organo di polizia giudiziaria che controlla 24 ore su 24 l'intera rete mondiale", accusa l'associazione. "Mai, prima d'ora, una autorità si era spinta a questo punto". Uno dei problemi, segnalato anche da Sarzana, è che la delibera darebbe il potere ad Agcom di chiedere agli intermediari i nomi dei titolari di siti, blog, forum, a fronte della segnalazione di un detentore di diritto d'autore, cioè prima ancora che la violazione venga accertata. E gli intermediari hanno 48 ore di tempo (senza distinzione tra giorni feriali o festivi) per ottemperare.

Altro aspetto segnalato da Sarzana e Assoprovider: la delibera implicitamente imporrebbe ai provider di analizzare tutto il traffico internet violando la privacy degli utenti, tramite sistemi di deep packet inspection. Se un'opera pirata viene ospitata su server italiani, infatti, Agcom può chiedere di rimuoverla e di lasciare quindi accessibile il resto de sito. Nelle intenzioni dichiarate da Agcom, questo avverrebbe con una richiesta agli hosting provider. L'attuale testo, però, non distingue tra le varie figure di provider, ergo anche gli internet provider potrebbero essere chiamati ad agire contro quell'opera. Ma loro possono intervenire in tal senso solo analizzando il traffico per bloccare i dati relativi a quell'opera, con appunto sistemi di deep packet di inspection.
Non solo: la delibera coinvolge anche le piattaforme e i motori di ricerca e permette di rimuovere pure i semplici link, testo o qualsiasi altra cosa che direttamente o indirettamente favorisce il download di un'opera pirata. Una conseguenza è che anche Google e Youtube dovranno rimuovere con urgenza (sempre entro 48 ore) i link o i video che Agcom ritiene "pirata", mentre ora lo fanno con i propri tempi e modi (che i detentori di diritto d'autore non considerano abbastanza efficaci).

Non solo, la delibera tratta alla stregua di link e opere pirata- e quindi impone la rimozione- anche di "messa a disposizione di indicazioni in merito alle modalità tecniche per accedere alle opere digitali diffuse illegalmente. e "l'incoraggiamento, anche indiretto, alla fruizione di opere digitali diffuse in violazione della Legge sul diritto d'autore". Disposizioni che hanno pesanti impatti sulla libertà di espressione e il diritto di cronaca: si chiederà di rimuovere per esempio un articolo che spieghi- anche senza link- in generale come è possibile accedere a certi siti aggirando i blocchi imposti dai tribunali. O un commento che sostenga per esempio che non violare il diritto d'autore non danneggia effettivamente il mercato (come riferiscono per altro alcune ricerche).

"Il blogger, il titolare del forum, il titolare del sito, il provider, se vuole difendersi dalla rimozione anche solo di un file oppure dalla cancellazione dell'intero sito deve precipitarsi a Roma ed impugnare i provvedimenti dell'autorità al costo di 4000 euro (2000 in alcuni casi), solo per il costo del contributo unificato ( ovvero i bolli) più tutti costi delle notifiche e dell'avvocato", dice Sarzana. "Ci vogliono alcuni giorni, contro le 48 ore che l'intermediario ha per rimuovere l'opera: la difesa è impossibile", aggiunge. L'intermediario che non ottempera rischia una multa Agcom da 250 mila euro e la segnalazione all'Autorità giudiziaria. Infine, se non possibile rimuovere il singolo elemento "pirata", l'intermediario deve oscurare l'intero sito.

Su tutto pende inoltre un dubbio giuridico: se Agcom è titolata o no a sostituirsi all'autorità giudiziaria per queste mansioni. Non c'è una norma esplicita a riguardo, tanto che Agcom si augura che venga dal Parlamento nelle prossime settimane. Il Sole24Ore ha contattato l'Autorità per un chiarimento su queste polemiche e non appena lo riceverà lo pubblicherà in queste pagine.

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