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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2013 alle ore 16:54.

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Una ricerca sostiene che il riscaldamento globale porterà violenza

L'interesse dei ricercatori va spostandosi dal reperimento delle prove dell'esistenza del riscaldamento globale, dato ormai per assodato, all'analisi dei cambiamenti che esso provocherà. Ora una ricerca delle Università di Princeton e Berkeley sostiene che la variazione del clima porterà anche a un aumento di ogni tipo di violenza.

Solomon Hsiang, Marshall Burke ed Edward Miguel hanno lavorato per 18 mesi paragonando 60 studi riguardanti discipline come archeologia, criminologia, economia e psicologia, esplorando le connessioni tra clima e violenza dalla preistoria fino ad oggi. Molti sostenevano già la presenza di un legame, ma i tre ricercatori hanno messo a confronto i dati per cercare di esprimerlo in modo generale e quantificabile.

Il risultato della ricerca è che, sebbene il clima di per sé non sia la sola o la principale causa di violenza, i cambiamenti climatici sono in grado di esacerbare le tensioni preesistenti. Un mutamento pari a una singola deviazione standard aumenterebbe del 14% la probabilità di guerre civili o conflitti etnici, e del 4% quella di violenze individuali come stupri, aggressioni e omicidi (l'aumento della temperatura media previsto entro il 2050 è di almeno 2 °C, che corrispondono a 2-4 deviazioni standard).

"Ci sono molte prove del fatto che le condizioni ambientali possono cambiare la percezione che una persona ha della propria condizione, e quindi la probabilità che usi violenza per raggiungere qualche obiettivo", ha dichiarato Hsiang. "Il nostro studio non dice che il clima è l'unica causa del conflitto, e non pensiamo che alcun conflitto possa essere interamente attribuito a uno specifico evento climatico. Ciò che vogliamo sottolineare è che il clima è uno dei fattori critici che influenzano il modo in cui le cose si aggravano fino ad arrivare alla violenza. Una volta compreso ciò che causa questa correlazione, potremo progettare politiche e istituzioni che gestiscano o interrompano questo legame."

Lo studio ha già generato anche reazioni critiche. Intervistato dalla BBC, Halvard Buhaug, dell'Istituto di Ricerca sulla Pace di Oslo, è apparso scettico sulle affermazioni degli autori, affermando che per provare la tesi sostenuta sarebbero necessari esempi di conflitti reali che plausibilmente non si sarebbero svolti nel caso di diverse condizioni climatiche, mentre il loro lavoro non ne contiene.

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