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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2013 alle ore 14:17.

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Facebook aumenta la sicurezza: ha versato agli hacker ricompense per un milione di dollari

Un milione di dollari: è la ricompensa complessiva pagata in due anni da Facebook a 329 ricercatori di sicurezza informatica. Hanno contribuito a migliorare le difese digitali. Il social network ha varato un programma chiamato Bug Bounty, dove "bug" indica un errore e "bounty" è invece il premio in denaro. Somiglia a una caccia al tesoro: vince chi trova una breccia significativa nelle mura online. Hanno partecipato anche hacker italiani.

Ricerche in crowdsourcing
In un post Facebook spiega che l'80% dei premiati risiede fuori dai confini degli Stati Uniti: il più giovane ha appena 13 anni. Il compenso più alto mai assegnato finora raggiunge 20mila dollari. Secondo la consuetudine la cifra minima versata è di 500 dollari, ma occorre superare l'esame del team di sicurezza del social network: è necessario per valutare l'effettiva utilità degli avvisi. A sottoporli intervengono ricercatori di bug che spesso sono anche hacker. L'importo viene accreditato su una carta di pagamento personalizzata.
Quello di Facebook è un programma dedicato ai white hat: spesso sono esperti di sicurezza informatica che mettono alla prova le difese online e dopo aver trovato i punti deboli contattano le aziende. Per alcuni resta una passione da coltivare nel tempo libero. È inoltre una capacità alla radice di tante piccole imprese hi-tech.
Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Facebook, sostiene la visione della hacker way: descrive un percorso di continue sperimentazioni tipico degli hacker. Che ha alimentato il rapido decollo di tanti ecosistemi di startup negli Stati Uniti e in Europa dove le aziende innovative fondate da talenti del software sono alla ricerca di un progressivo miglioramento.

Gli altri big
Eventuali brecce nella sicurezza potrebbero causare il furto di dati e ingenti danni. Gli hacker white hat hanno le competenze e la tenacia per scoprire possibili errori sfruttabili da malintenzionati.
Alcuni colossi hi-tech come Google mettono alla prova le piattaforme software, ad esempio il browser Chrome, attraverso competizioni periodiche. In questo modo portano alla luce falle che altrimenti resterebbero invisibili. Hp coordina la Zero Day Initiative dove ricompensa le segnalazioni di vulnerabilità: ha osservato che durante l'ultimo anno sono aumentati gli avvisi. Anche la Mozilla Foundation impegnata nello sviluppo del browser Firefox gestisce un progetto per ricevere indicazioni sui bug.

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