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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2013 alle ore 14:52.

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Twitter vara un bottone per segnalare gli hate speech

Twitter ascolta le proteste degli utenti contro gli hate speech e sperimenta soluzioni concrete: ha introdotto un bottone per segnalare i messaggi offensivi. È raggiungibile attraverso l'ultimo aggiornamento dell'applicazione software su iOs e nell'accesso da web mediante dispositivi mobili.

L'annuncio arriva dal blog di Twitter Uk dedicato al Regno Unito dove nelle ultime settimane sono state frequenti le ondate di micropost ostili soprattutto contro donne. Il bottone sarà abilitato in seguito su Android e dal sito web Twitter.com.

Gli interventi contro gli hate speech
Di recente sono avvenuti casi di campagna di odio nel social network: spesso vengono amplificati attraverso hashtag – sono i temi della conversazione preceduti dal simbolo # - che accelerano la circolazione dei tweet. Hanno raggiunto i riflettori dei media anche per aver coinvolto donne celebri nel Regno Unito, come Mary Beard, docente alla University of Cambridge (nella foto ndr). Sono messaggi di offese e minacce. Hanno sollevato un ampio dibattito sui blog. E gli utenti hanno chiesto un intervento al social network che già in precedenza aveva dimostrato di essere aperto alla collaborazione.

Twitter ha varato un bottone all'interno di ogni tweet per indicare abusi: evita quindi di dover raggiungere il Centro Assistenza dove inoltrare la documentazione delle offese. Inoltre ha aumentato lo staff che gestisce le denunce degli iscritti e ha in cantiere altri progetti contro i discorsi dell'odio.

Le soluzioni hi-tech
Le proposte per gestire gli hate speech sono molte. È un problema affrontato ormai da anni nella community di Wikipedia. Ogni voce dell'enciclopedia online ha una pagina chiamata in italiano "Discussione": permette di vedere le conversazioni tra gli utenti che hanno contribuito a scrivere i testi. E alcune definizioni sono molto contestate. Tanto che la misura estrema è di mettere un lucchetto sulla voce (o parte della stessa) in modo da evitare ulteriori modifiche.

In tanti social network esistono meccanismi di segnalazione, come ad esempio le bandierine. Ma un collo di bottiglia restano le procedure di controllo degli avvisi che arrivano dagli utenti quando vedono gli hate speech: spesso sono affidate in outsourcing a personale esterno che non di rado può sottovalutare l'ampiezza di una campagna di odio. I laboratori hi-tech sono alla ricerca di procedure più efficaci.

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