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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2013 alle ore 15:15.
Una startup indonesiana, ArtaBit, ha annunciato l'imminente avvio di un servizio di trasferimento internazionale di denaro, che offrirebbe tariffe di gran lunga più convenienti rispetto a quelli esistenti. Lo strumento per ottenere questo risultato sarebbe il bitcoin, la controversa valuta digitale.
Il flusso delle rimesse degli emigranti è in continua crescita: secondo i dati della Banca Mondiale, nel 2012 si è raggiunto un nuovo record, con un totale di 401 miliardi di dollari trasferiti dagli emigranti nei Paesi industrializzati verso i Paesi in via di sviluppo, con una crescita del 5,3% rispetto al 2011. Gran parte di questo denaro passa attraverso agenzie come Western Union, che garantiscono la sicurezza delle transazioni ma impongono tariffe molto elevate, che possono arrivare anche al 10% per gli importi più piccoli.
Secondo Ayoub Naciri, l'uso del bitcoin semplificherebbe molto i trasferimenti internazionali di denaro. Sarebbero sufficienti due operatori, uno nel Paese di origine e l'altro in quello di destinazione, che si scambiassero bitcoin via Internet, e provvedessero poi a convertirli nella valuta locale. Presentando la sua startup a New York lo scorso luglio nel corso dell'evento "Ultra Light Startups", Naciri ha sostenuto che in questo modo sarebbe possibile praticare tariffe variabili tra il 2 e il 6%, circa la metà rispetto a quelle correnti.
Il bitcoin, lo ricordiamo, è una valuta digitale, apolide e priva di autorità regolatrici, funzionante in base a un sistema crittografico che impedisce le falsificazioni. Il suo uso è malvisto da molte autorità nazionali, dato che la facilità con cui può essere scambiato favorisce il riciclaggio e le transazioni illegali. C'è inoltre chi ha criticato il suo essere soggetto a enormi fluttuazioni, che sono terreno fertile per gli speculatori ma lo rendono insicuro come valuta di uso comune. Cionondimeno sono numerosi gli entusiasti che vedono nel bitcoin la moneta del futuro.
Per il momento Naciri intende limitare il servizio al traffico tra Stati Uniti e Indonesia (che è il terzo paese del Sud Est Asiatico per volume di rimesse, e l'anno scorso ha ricevuto dagli USA 7,20 miliardi di dollari). A suo dire, deve solo trascorrere il tempo necessario per ottenere la licenza di scambiare i bitcoin con altre valute, e il servizio potrà partire.
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