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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2013 alle ore 14:36.

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Google perde un altro pezzo: top manager di Android va alla cinese Xiaomi

I top manager sono in fuga da Mountain View? Detta così suona forse in modo eccessivo. Il fatto che nel solo mese di agosto siano due gli executive di primo livello ad abbandonare Google è però avvenimento non trascurabile. Dopo Chris Messina, "il padrino degli hashtag", a salutare il gigante californiano è ora Hugo Barra, vice president of Product Management di Android. La sua destinazione è nota: Xiaomi Global, la Apple cinese, una delle società (produce e vende smartphone per il mercato locale) a maggiore crescita del firmamento tecnologico del grande Paese asiatico. A darne notizia il sito All Things Digital.

Barra, da quasi cinque anni e mezzo in Google e da quasi tre una delle figure più importanti per la piattaforma mobile di Google (contribuendo da protagonsita al lancio della famiglia Nexus), ha confermato nel post di commiato dalla compagnia come entrerà in Xiaomi Global entro poche settimane con la carica di Vice presidente "per aiutare ad espandere il loro incredibile portfolio di prodotti e il business a livello globale... e avere l'opportunità di continuare a contribuire all'ecosistema Android".

La focalizzazione su Android
L'ormai ex executive di BigG metterà quasi sicuramente le mani sul sistema operativo utilizzato da Xiaomi per i suoi telefonini, e cioè Miui, software derivato da Android Jelly Bean con accesso diretto anche al Play Store di Google (oltre che al proprio marketplace di applicazioni) ma con un look molto simile a quello di iOS. Prerogative che ne hanno sancito la popolarità su scala globale a livello di interfaccia per dispositivi androidi.

Una compagnia che vale 10 miliardi di dollari in Borsa
Quanto inciderà per l'azienda cinese l'arrivo di Barra è ovviamente tutto da verificare. Certo è che la compagnia sta vivendo un momento d'oro – il suo valore in Borsa è passato dai 4 miliardi di dollari di fine 2012 ai circa 10 miliardi attuali – e sono in molti gli analisti e gli esponenti della comunità tecnologica che ne aspettano lo sbarco in Europa e negli Stati Uniti.

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