Dentro gli schermi a caccia di futuro

Le fiere di elettronica di consumo non sono più lo specchio di come vivremo. Hanno perso l'allure da mercatone di futuro, non sono più il carrello della spesa per entrare nel cartone animato dei Pronipoti. Anzi, a ben vedere non praticano più il fantastico. Da molto tempo. Manca un'idea di prodotto che viene dal futuro. Forse manca proprio un'idea di futuro, da film di fantascienza con oggetti che ci parlano e ci affiancano per risolvere i problemi quotidiani.

All'Ifa di Berlino, che inizia la prossima settimana, l'unica novità che stuzzica la fantasia è lo smarth watch (che Samsung presenterà nei prossimi giorni). Un orologio quindi. Nella migliore delle ipotesi sarà connesso a internet e monitorerà i parametri vitali attraverso una manciata di sensori. Nella peggiore sarà l'ennesimo schermo dentro cui guardare.

Gli storici dell'innovazione sostengono che la tecnologia consumer ha corso moltissimo negli ultimi anni e sta tirando il fiato. In realtà un po' tutta l'industria si sta attorcigliando intorno alle medesime innovazioni: display touch, pannelli 4k e Oled, software e nuovi materiali sull'audio. Quella a cui assisteremo a Berlino tra pochi giorni sarà una declinazione commerciale ad ampio raggio dei medesimi concetti. Samsung mostrerà con ogni probabilità Galaxy Note 3 che si andrò ad aggiungere alla famiglia dei phablet 5. Sony farò parlare di sè per tv e accessori fotografici per smarphone. Asus e Htc riservano sorprese "rettangolari".

Ci saranno poi i coraggiosi del Octa-core, piattaforma con otto cervelli per applicazioni ancora tutto da inventare. I puristi dell'audio e della fotografia sempre più destinati a restare una nicchia vintage e pure iperspecializzata. E gli interpreti low cost della digitalizzazione. Non ci saranno sorprese. Almeno sotto il cielo di Berlino. Tocca rassegnarsi perché non c' è davvero più il futuro di una volta.

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