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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2013 alle ore 08:28.

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Nessuno avrebbe scommesso sul l'utilità dei videogame ai tempi di Space Invaders, figuriamoci sulla loro applicazione in campo medico. Eppure terapia, assistenza e formazione sono ambiti in cui oggi i videogiochi registrano una diffusione crescente. A inizio 2014 parte sul territorio care@home, piattaforma per la riabilitazione fisioterapica in remoto degli anziani di A.Qu.A Onlus e dell'Università di Milano. Il progetto sfrutterà le interfacce dei videogiochi capaci di rendere la terapia divertente. Ergo, più efficace. Per tutti i pazienti anche ospedalizzati è invece Rewire (Rehabilitative wayout in responsive home environment), iniziativa europea di Seventh Framework per lo sviluppo di piattaforme riabilitative attraverso la realtà virtuale. Coordinata in Italia da Antonio Borghese del l'Università di Milano, coinvolge gli studenti di Videogames Design & Programming del Politecnico. È italiana anche Mini-Vrem (Mini-virtual reality enhanced mannequin), l'idea con cui a giugno il team dell'anestesista Federico Semeraro e di Antonio Frisoli della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa si è aggiudicato il Future of Health Award (200mila euro): in sviluppo con i game designer della bolognese Studio Evil, il progetto sfrutta tecnologie e dinamiche ludiche per migliorare ed economicizzare l'apprendimento della rianimazione cardiopolmonare.
La predisposizione tecno dei più piccoli motiva l'efficacia di Tuberunner o Meteor Bounce, giochi con sensori di rilevamento cinetico e adottati dal Children's National Medical Centre o dal Pain Medicine Care Complex di Washington per diagnosticare malattie o conseguenze traumatiche, monitorare i decorsi e ottimizzare le cure. Cadono anche i tabu su alcune malattie. Se in That Dragon, Cancer Ryan Green trasforma l'esperienza (autobiografica) di un figlio malato di cancro in un adventure, con lo strategico Plague Inc., James Vaughan impone al giocatore di estinguere il genere umano con la più aggressiva delle pandemie. Una simulazione tanto verosimile da procurare al suo autore varie lecture presso il Center for Disease Control and Prevention di Atlanta.
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