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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2013 alle ore 08:29.

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di Luca Dello Iacovo
La musica dei Beatles. Social network digitali. Tinkering. Idee del Ventesimo secolo. Reti neurali. Quella di tanti massive open online course (Mooc) è una strategia oceano blu: trovano spazi con progetti originali oppure attraverso lezioni di base che aprono una finestra su scenari in rapida evoluzione. Tutti alimentano un ecosistema di startup che risponde alle esigenze degli allievi.
I dati dell'ultimo anno rivelano i primi frammenti di un mosaico complesso. Fin da subito l'aula online di Coursera aveva dimostrato di essere una calamita per gli studenti nelle nazioni in via di sviluppo: lo scorso luglio ha tagliato il traguardo di 4 milioni di iscritti e il 60% arriva da città fuori dai confini degli Stati Uniti. Tanto che la World Bank ha contribuito a un investimento di 43 milioni di dollari in modo da sostenerne l'ampliamento. I Mooc accelerano l'espansione alla ricerca di un pubblico globale e hanno il supporto di una crescente platea di atenei. Edx ha varato una piattaforma in open source destinata ai corsi online: può essere riutilizzata da altri e costruisce un punto di partenza per startup in grado di cogliere le richieste di un immenso palcoscenico. Coursera ed Edx hanno allargato i confini a lezioni in cinese, giapponese e tedesco. Sono in gara altri rivali in una competizione globale. Miriada X è dedicata a iscritti di lingua ispanoamericana, Iversity anche a coloro che parlano tedesco, Unow ai francofoni. In Italia è attiva Oilproject. Debuttano i primi spazi interamente verticali come PharmaMooc del Dublin Institute of Technology.
La partecipazione degli studenti lascia intravedere la realtà rispetto alle attese iniziali. Un portale che aggrega lezioni online, Class Central, indica che alcuni corsi raggiungono un tasso di successo all'esame finale del 40%, ma in media non oltrepassano la soglia del 10 per cento. La dimensione tipica è di circa 50mila iscritti. Esplorano integrazioni con gli atenei. La San Jose State University ha sospeso temporaneamente l'accordo con Udacity: gli allievi delle classi di Mooc non hanno superato i risultati in aula. I test sul campo proseguiranno durante il prossimo anno accademico. Per migliorare Udacity sta analizzando i feedback ricostruiti anche attraverso i dati del coinvolgimento, come ad esempio le risposte ai quiz o l'intervento nei forum sul web.
I Mooc portano alla luce alcune opportunità della didattica. E allestiscono un laboratorio di startup: sono un volano per lo streaming digitale di video mediante piattaforme di cloud computing. Inoltre non pochi docenti hanno incoraggiato gli allievi alla collaborazione tra di loro attraverso luoghi di conversazione online per condividere documenti e commentare. Emergono marketplace dove gli studenti incontrano le aziende. È un'area esaminata soprattutto da Udacity con il supporto di alcuni colossi hi-tech. In alcuni casi i Mooc hanno avviato la sperimentazione di applicazioni software: ad esempio Harmonia facilita l'apprendimento della teoria musicale. Per le startup un'ulteriore frontiera è nelle app accessibili dai dispositivi mobili come laptop, smartphone e tablet.
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