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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2013 alle ore 08:29.

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di Piero Formica
L'istruzione universitaria è sotto attacco. Si fanno strada i nuovi imprenditori dell'istruzione online. Tra questi, i professori che scavalcano le università e appaiono come stelle splendenti nel firmamento Mooc (Massive open online courses). Ai primi di luglio, negli Usa 10 startup Mooc sono state accolte dal Kaplan EdTech Accelerator e finanziate dal fondo Kaplan Tech Stars. Secondo l'economista americano Clayton Christensen, Coursera, Audacity, Mit-Harvard e altri modelli Mooc sono innovazioni dirompenti che potrebbero portare al fallimento il 50% delle università americane. E farne emergere di innovative come la DeVry University e la Western Governors' University i cui programmi online sono di alta qualità. Lo storico Walter Russell Mead afferma che sta tramontando il modello ancorato all'ora di lezione frontale, col professore in cattedra e gli studenti che prendono appunti. Tutto è ormai disponibile su Google. Il modello Mooc lascia gli studenti liberi di assorbire secondo il loro personale ritmo la documentazione di base offerta online. E costringe i professori a migliorare la pedagogia dovendo fronteggiare i concorrenti in rete. Quanto si è appreso verrà poi affinato attraverso esperimenti di laboratorio. Nei laboratori di sperimentazione si esalta ciò che si sa fare con la conoscenza acquisita. Anche la ricerca è sotto attacco dell'innovazione Mooc. Perché attorno alle reti online degli studenti se ne formano altre intrecciate dai professori che collaborando nel mondo Mooc imbastiscono rapporti di ricerca a distanza.
Grazie all'opportunità offerta dai Mooc di istruire una gran massa di persone facendo leva sull'alta qualità dell'insegnamento e sui bassi costi, i numeri in gioco sono così impressionanti da veder sorgere nel firmamento accademico le rockstar del'istruzione online. «Introduzione all'intelligenza artificiale», un prototipo di corso online dell'università di Stanford ha subito raccolto le adesioni di 170mila studenti. Da Boston, sulla piattaforma di apprendimento online Mit-Harvard un professore ha convogliato sul suo corso di diritto l'interesse di 20 milioni di cinesi.
Come tutte le innovazioni dirompenti, l'educazione online di massa può trarre in inganno. Poiché inizialmente attrae l'attenzione di quanti non possono per diverse ragioni (tasse accademiche e costi di mantenimento) frequentare l'università, si è indotti a credere che i corsi online non influenzino la domanda d'alta formazione. Non è così. Via via che si affina la qualità dell'offerta online, finiscono con l'aderirvi gli studenti che vedono altri loro coetanei frequentare corsi online a prezzi molto contenuti o perfino usufruirne gratuitamente. Partita dalla fascia più bassa del mercato, l'innovazione Mooc conquista il mercato alto espellendone gli incombenti più tradizionali. La George Tech University, un'eccellenza negli Stati Uniti per i suoi corsi d'informatica, ha progettato un corso di master online al costo di 6.600 dollari contro i 45mila della versione tradizionale nel campus. Per le università americane il cui successo dipende dall'ascensore del brand che porta in alto le tasse d'iscrizione e dalla capacità di attrarre studenti dei ceti benestanti dei Paesi emergenti, è oggi un quesito scottante il doversi interrogare sul perché uno studente debba sborsare 50mila dollari. E da noi? Non c'è ancora un giardino italiano in cui seminare e far crescere startup nell'istruzione online che possano connettere studenti e ricercatori di altri Paesi con le nostre reti accademiche online. Ciò darebbe più respiro all'iniziativa della Sapienza di Roma che ha aderito a Coursera, creando così i presupposti per la presenza italiana nella circolazione dei cervelli lungo il circuito mondiale dell'e-learning con tappa a Roma. Con nuovi imprenditori nel l'istruzione online l'Italia vedrebbe crescere il numero degli studenti, renderebbe più internazionale la sua ricerca e alzerebbe la qualità dell'apprendimento riducendone i costi a carico degli studenti e della collettività.
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i quattro migliori «mooc» negli usa
1. Udemy è il sito che permette a chiunque di costruisi il proprio corso online. «Il nostro obiettivo è rendere democratica l'istruzione consentendo a chiunque di imparare dagli esperti». Il co-fondatore, Gagen Biyani, ha dichiarato che il sito ha più di 100mila studenti iscritti. Lanciato nel 2010 per aiutare gli studenti di tutte le età a continuare i propri studi, usa come strumento di comunicazione i video online. A dicembre ha raccolto finanziamenti per 12 milioni di dollari e oggi offre circa 6mila corsi online. Dal lancio, secondo indiscrezione, Udemy avrebbe un giro d'affari di 15 milioni di dollari.
2. Video e audio letture. Scuole e università di 26 Paesi possono iscriversi ad iTunes U per distribuire corsi e raccolte di contenuti didattici cui tutti possono accedere. Nei corsi iTunes U si possono includere materiali tradizionali come programma, dispense, quiz e altro. Aggiungere video e materiali audio autoprodotti, oltre a elementi interattivi come contenuti e link da internet, iBookstore, App Store e iTunes Store. Si possono anche raccogliere materiali dalle oltre 500.000 risorse pubbliche gratuite disponibili su iTunes U, come contenuti audio e video di musei, università, enti culturali e molto altro.
3. Dalla meccanica quantistica al futuro di internet. Anche la prestigiosa Stanford offre corsi gratuiti online. Un esempio su tutti: il corso di «Introduction to Artificial Intelligence» è stato un successo 160mila studenti registrati provenienti da 190 paesi. Sul sito dell'università il dibattito sulle frontiere dei corsi online è animato da professori e studienti. Ma la discussione è aperta a tutti. Per informazioni sui corsi della Stanford e per seguire il dibattito il link è http://edf.stanford.edu/tags/mooc

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