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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2013 alle ore 18:10.

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Sono 320.000 i virus in agguato


Tra i mammiferi sono in circolazione almeno 320.000 virus sconosciuti, tra i quali potrebbero nascondersene molti in grado di passare all'uomo, scatenando pericolose epidemie. È quanto risulta dallo studio di un gruppo di ricercatori della Columbia University guidati dal dottor Simon Anthony.

Si ritiene che quasi il 70% delle epidemie virali (inclusi Aids, Sars, Ebola) abbia origine dalla trasmissione di virus dagli animali all'uomo. Finora, tuttavia, non esistevano stime del pericolo potenziale rappresentato dai virus circolanti all'interno delle specie diverse dalla nostra.
Per valutare il numero dei virus, i ricercatori sono partiti dalla volpe volante, la più grande specie di pipistrello esistente (fino a due metri di apertura alare), che vive nelle giungle del Bangladesh. Tra il 2006 e il 2010 sono stati raccolti 1897 campioni biologici (urina, feci e tamponi orali prelevati da esemplari catturati). Utilizzando la tecnica della reazione polimerasica a catena, è stata verificata la presenza nei campioni di 55 tipi di virus, di cui solo 5 già noti. La ricerca si è limitata a nove famiglie virali, scelte perché comprendono virus la cui nocività per l'uomo è stata già accertata, e perché esistono già tecniche efficaci per l'identificazione.
Utilizzando metodologie statistiche provenienti dalla ricerca ecologica, si è poi stimato il numero dei virus sfuggiti all'indagine, e si è estrapolato il risultato a tutte le 5.486 specie di mammiferi note, arrivando alla stima di 320.000 virus. La stima è al ribasso, dato che potrebbero esserci virus pericolosi per l'uomo al di fuori delle nove famiglie prese in considerazione.
«Sono in realtà molti meno di quanto pensassi -, ha dichiarato un altro degli autori della ricerca, Peter Daszak dell'Ong EcoHealth Alliance -. Identificare tutti questi virus sarebbe uno sforzo grande, ma comunque fattibile nel giro di 20 anni».
Gli autori stimano che isolare tutti i virus costerebbe 6,3 miliardi di dollari, ma 1,4 miliardi sarebbero sufficienti per arrivare all'83%, tralasciando solo quelli più rari e difficili da scoprire. Considerato che l'impatto economico di un'epidemia come la Sars è stimato in 16 miliardi di dollari, è conveniente investire in conoscenze che possono aiutare a mitigarne gli effetti. «Se sappiamo cosa c'è in giro, saremo molto più preparati quando un virus farà il salto verso la popolazione umana» ha dichiarato il dottor Anthony.

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