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Questo articolo è stato pubblicato il 09 settembre 2013 alle ore 09:02.

Siamo sull'orlo di un autunno di fuoco per le norme sul diritto d'autore in internet. Ci sono due settimane di consultazione pubblica sulla delibera pubblicata da Agcom a luglio e che entrerà in vigore a febbraio 2014; con possibili modifiche frutto dei pareri emersi in questa consultazione con le parti. È un momento cruciale per la storia dell'internet italiana.
Le polemiche si concentrano sulle regole contro la pirateria, per almeno tre punti. Primo, Agcom avrà il potere di chiedere ai provider di servizi di rimuovere specifiche opere pirata. I portali e gli hosting provider possono farlo agevolmente; i provider internet invece dovrebbero – per rispettare l'ordine Agcom – usare sistemi di deep packet inspection (analisi di tutto il traffico di tutti gli utenti) considerati lesivi per la privacy dalla Corte di giustizia europea.
Ma poiché Agcom intende tutelare la privacy degli utenti, è possibile che questo passaggio sia un errore involontario di chi l'ha redatta. Aiip (Associazione dei principali provider italiani) chiede di correggere questo punto, soprattutto. Segnala anche che Agcom dà ai fornitori di servizi troppo poco tempo per intervenire (da 1 a 10 giorni). È possibile che con le future modifiche cambieranno queste tempistiche. Più complicato sarà intervenire sul terzo punto: nella delibera si chiede ai provider di bloccare l'accesso a contenuti pirata non solo via Dns ma anche via Ip. Bloccare l'Ip di un sito equivale a censurare una comunicazione sul web e crea distorsioni sull'accesso (dietro uno stesso indirizzo Ip ci possono essere siti che non c'entrano con quello "pirata" e che si ritroverebbero bloccati). Poi c'è una questione di fondo: «l'Agcom vuole attribuirsi un potere che nessuna autorità amministrativa ha in nessun Paese democratico.
Ovunque, persino con la contestata e recente legge russa sul copyright online, è solo la magistratura a poter bloccare siti – dice Fulvio Sarzana, avvocato esperto di questi temi –. Ed è una garanzia per i diritti dei cittadini, perché la magistratura offre più tempo, e senza costi, per opporsi a una sua decisione». I sostenitori della libertà della rete premono perché le azioni contro la pirateria siano concentrate sul blocco dei pagamenti (circuito delle carte di credito) ai grandi siti pirata. E che Agcom faccia soprattutto educazione alla legalità. Potrebbe avvisare gli utenti che stanno commettendo una violazione e chiedere ai siti di rimuovere le opere pirata, con la minaccia di segnalarli alla magistratura se si rifiutano di farlo.
L'esito di questa partita è imprevedibile. Ma potrebbero avere un peso le dimissioni del commissario Maurizio Dècina (presentate mercoledì), che si era battuto contro alcune misure, come il blocco dell'Ip. (a.lo.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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