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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2013 alle ore 08:52.
Lo scandalo delle intercettazioni fatte dalla National security agency americana sta dando nuova forza e nuovo senso alle community che creano reti "meshnet". Indipendenti da internet e libere da qualsiasi controllo. Non è un caso quindi che venga proprio dagli Stati Uniti l'ultima spinta in questa direzione. Ma anche in Italia l'attività delle meshnet, presenti già da qualche anno in varie città, si sta scaldando nelle ultime settimane.
Del resto, è solo questione di buona volontà. Chiunque può mettere in piedi una rete simile, bastano un po' di conoscenze tecniche. Bisogna installare un'antenna direzionale sul tetto, per collegarsi ad altri nodi della stessa rete, e un'access point (router wifi) che monti uno speciale software open source. Nasce così una rete privata, i cui partecipanti possono comunicare tra loro, scambiarsi file, accedere a pagine web e fare altri servizi in modo del tutto indipendente dalla normale internet. E quindi senza possibilità di finire nelle maglie delle intercettazioni.
Negli Usa si stanno sviluppando reti di questo tipo dal Maryland a Seattle. Al tempo stesso sta crescendo la rete Gufi, che copre buona parte della Catalogna (Spagna). Era già una delle maggiori al mondo (dal 2000) e ora è arrivata a 21 nodi wireless. Ospita anche web server (che reggono interi siti) ed è usata per videoconferenze, internet radio. Importante anche Freifunk, rete wireless nata a Berlino per fare radio libere tra gli utenti (ma è usata anche per Voip e internet). Ora è in decine di città tedesche e sfrutta anche i campanili delle chiese per mettere gli apparati. In Italia c'è soprattutto la rete Ninux, che ha nodi in varie città: Roma, Vicenza, Pisa, Viterbo, Cosenza, Catanzaro, Mistretta, Vittoria (Reggio Calabria) e in Friuli Venezia Giulia. Quest'estate è nato il nodo di Firenze e sta per arrivare quello di Bologna.
La caratteristica delle reti mesh è che sono una sorta di nuova internet, ricreata da zero: ogni nodo ha in memoria tutta la topologia dell'intera rete quindi riesce a indirizzare i pacchetti da una parte all'altra aggirando eventuali blocchi sul percorso. Ricorda l'internet degli albori anche lo spirito che anima queste community. «Il motivo per cui esiste e funziona il sistema delle intercettazioni è perché le infrastrutture sono centralizzate e noi non abbiamo alcun controllo su dove passano i nostri dati – dice Leonardo Maccari, ricercatore all'Università di Trento e uno dei promotori della rete di Firenze –. Difficilmente le reti comunitarie sostituiranno internet, ma almeno su piccola scala ridanno agli utenti una qualche consapevolezza di dove passa il loro traffico quando parlano tra loro. Non solo – conclude – se la rete cresce, è molto più difficile fermarla. Se ci fosse una rete come la nostra a coprire una piazza dove avviene una manifestazione di protesta, per lo Stato sarebbe molto più difficile impedire che le relative foto o messaggi facciano il giro del mondo».
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