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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2013 alle ore 10:28.

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Splinter Cell: Black List. Sam Fisher sfida gli spioni  che amano il datagate - Foto

Sam Fisher è Jason Bourne ma più antipatico. Il protagonista della serie Splinter Cell della Ubisoft è tornato per salvare il mondo dagli ingegneri, una temibile banda di terroristi ipernerd che vogliono mettere in ginocchio l'Occidente. (per PlayStation 3, Xbox 360, pc e Wii U) è il sesto episodio della serie ed è il più riuscito. Le missioni sono ben orchestrate, l'interfaccia resta una delle miglior per questo tipo di giochi. Sam Fisher, per dirla in altro modo, è e resta una spia che spara e ammazza ma in questa avventura è po' più cerebrale, si torna agli inizi della serie con una vocazione stealth più marcata.

Gli spioni ai tempi del datagate

Anche sul piano narrativo non siamo più in presenza del Sam Fisher di una volta. Non è più il lupo solitario scontroso e risoluto, lo ritroviamo a capo della neonata 4th Echelon, un'unità che risponde esclusivamente al Presidente degli Stati Uniti d'America. Sam e la sua squadra (Anna Grimsdottir, responsabile delle operazioni tecniche, l'hacker Charlie Cole e l'agente della Cia Isaac Briggs) dovranno rintracciare i terroristi a qualunque costo e fermare il conto alla rovescia prima che si scatenino gli attacchi.

I cattivi

Due parole in più vanno spese per "gli ingegneri". I cattivi sono misteriosi e maghi del computer. Gli spioni perfetti. In tempi di datagate però perdono un po' del loro appeal. Anche i gadget elettronici di cui dispone Fisher non appassionano come un tempo.

Giudizio.

Il gioco è ricco e articolato e ben narrato. Offre una vastissima gamma di scelte sia nelle modalità di gioco, sia negli equipaggiamenti, con un'ampiezza d'azione mai vista prima. C'è moltissimo da scoprire sugli ingegneri anche se la storia non brilla per originalità.

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