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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2013 alle ore 11:50.
L'ultima modifica è del 13 ottobre 2013 alle ore 13:39.

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Alessandro Tocchio, 31 anni, ceo di Tensive insieme a Federica Destro (29) della Fondazione Filarete. Federica Destro, economista e specializzata in trasferimento tecnologico grazie a un'esperienza nell'università del Michigan, è anche advisor di Tensive.Alessandro Tocchio, 31 anni, ceo di Tensive insieme a Federica Destro (29) della Fondazione Filarete. Federica Destro, economista e specializzata in trasferimento tecnologico grazie a un'esperienza nell'università del Michigan, è anche advisor di Tensive.

BERKELEY - Vengono da tutto il mondo e a Berkeley, a due passi da San Francisco, hanno già realizzato un sogno: avere per qualche giorno addosso gli occhi dell'ecosistema più formidabile al mondo nella creazione di nuove imprese innovative. Parlano con i venture capitalist, ascoltano i consigli dei guru della Silicon Valley su come si presenta un'idea di impresa e quali sono i punti deboli su cui lavorare. All'Intel global challenge hanno presentato le domande in 18mila, da 60 Paesi. Alla finale di Berkeley sono arrivate 23 startup.

Due di queste sono italiane: SEM+ e Tensive. Per l'Italia è un primato nei nove anni della competizione, tanto che il ministro dell'università, istruzione e ricerca Maria Chiara Carrozza ha incontrato a Roma i ragazzi a inizio estate. Qui a Berkeley l'Italia si è distinta grazie al primo premio "Hardware and computing" che si è aggiudicata Tensive con tanto di assegno da 10mila dollari.
All'Intel global challenge, organizzato dal produttore di chip di Santa Clara insieme all'università di Berkley, fino a oggi hanno partecipato 300 università e 125mila startup. Il premio è la parte più ambita (50mila dollari al primo posto, 100mila il montepremi totale tra categorie e menzioni speciali), ma nel pacchetto ci sono anche formazione, visibilità e contatti con i finanziatori.

L'edizione 2013 è stata vinta dal progetto cileno "Mobile monitoring station". L'idea è includere una serie di sensori portatili all'interno delle giacche utilizzate in alcune industrie, nelle miniere in primis. In Cile, e non solo, è ancora è viva la memoria dell'incidente del 2010 in cui 33 minatori rimasero intrappolati un mese e mezzo sottoterra. Furono salvati tutti, ma la comunicazione con chi operava in superficie, in particolare le informazioni sulla loro salute erano scarse. Con i sensori ideati dalla startup, trasmessi nella nuvola via device (una sorta di smartphone) il battito cardiaco e altri parametri vitali sarebbero stati disponibili. Le applicazioni possono spaziare oltre, rendendo il monitoraggio della salute dell'uomo in condizioni critiche molto più capillare, preciso e disponibile.

La milanese Tensive, anch'essa premiata, è uno spin-off della Fondazione Filarete. Si tratta di una nuova tecnologia per la ricostruzione ossea e dei tessuti adiposi. "Oggi uno dei problemi è che all'interno dei materiali che vengono impiantati non è possibile la riproduzione cellulare, dunque vengono fatte ricostruzioni di dimensioni limitate" spiega Alessandro Tocchio, 31 anni, una laurea in ingegneria fisica e una esperienza da analista finanziario in un fondo di private equity. Il gruppo di ricercatori (oltre a Tocchio ci sono Federico Martello, Irini Gerges e Margherita Tamplenizza, mentre tra gli advisor c'è Federica Destro di Filarete, anch'essa venuta a Berkley per la competizione) con la tecnologia brevettata da Filarete riesce invece a produrre biomateriali vascolarizzabili grazie alla stampa in tre dimensioni.

Le protesi porose di Tensive sono basate su polimeri sintetici riassorbibili che introducono una rete interna di micro-canali che replica l'architettura dei vasi sanguigni. La canalizzazione induce una rapida vascolarizzazione subito dopo l'impianto permettendo la ricostruzione di porzioni di tessuto di dimensioni maggiori rispetto a quanto possibile oggi. "Inizialmente eravamo concentrati sulla ricostruzione ossea, poi abbiamo deciso di provare con i grassi – continua Tocchio -. Abbiamo visto che il procedimento funziona e questo allarga il nostro raggio di azione". Oltre alla ricostruzione di grandi difetti ossei (osteoporosi, traumi) la soluzioni è dunque ideale per le protesi, come quella al seno. "La tecnologia al silicone è vecchia di 35 anni – sottolinea Tocchio – non è una soluzione definitiva e ha una serie di complicazioni.

Con la nostra soluzione invece l'impianto è definitivo e il risultato più naturale". Il modello di business prevede nei prossimi mesi la commercializzazione del materiale ai centri di ricerca, poi la possibilità di vendere la licenza della tecnologia.
Per Sem +, azienda nata nei laboratori della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e dell'IIT di Genova, è stata l'occasione per fissare appuntamenti con gli investitori interessati alla tecnologia. Fino a oggi agli schermi touch manca la dimensione della profondità. Il prototipo presentato a Berkeley è uno schermo flessibile che supera questo limite: sente la diversa pressione delle dita e con un algoritmo brevettato traduce l'informazione in comandi per diverse applicazioni.

"Pensiamo ai videogiochi, oppure all'automotive con una nuova generazione comandi touch per il volume, infine il mondo del wearable computing" spiega Alessandro Levi, che ha intrapreso questa avventura insieme a Silvano Furlan e Matteo Piovanelli. Dopo essersi incontrati a Pisa, il progetto ha continuato a prendere piede mentre le strade si dividevano tra i dottorati a Stanford e Cambridge. Da qualche mese i ragazzi, tra i 28 e i 31 anni, vivono a Palo Alto e hanno già raccolto un finanziamento da 50mila dollari dall'acceleratore "Plug and Play". "Gli abbiamo raccontato il progetto, dopo 30 minuti ci hanno detto ok, vi finanziamo" racconta Levi. Per le prossime settimane in Silicon Valley l'agenda è piena: tra incontri con i venture capitalist, produttori di tecnologia e automotive. Il target è raggiungere 1,8 milioni di dollari in 15 mesi per allargare il team e affittare un laboratorio. Ogni tanto suona anche il telefono: al progetto sono interessati anche alcuni investitori italiani.

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