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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2013 alle ore 14:19.
L'ultima modifica è del 13 ottobre 2013 alle ore 13:39.

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La rivista Fortune celebra Sheryl Sandberg, chief operating officer di Facebook che ha guidato il social network nel suo avvicinamento alla Borsa. Ha avuto un ruolo strategico nello sviluppo della macchina da soldi della rete sociale online e in precedenza aveva partecipato all'elaborazione della piattaforma pubblicitaria di Google: è stata quindi al cuore di due aziende hi-tech che insieme hanno plasmato il web e hanno dimostrato come fosse possibile costruire un gigante di internet dall'intuizione di giovani imprenditori.

Fortune ricorda inoltre una divisione dei ruoli decisiva all'interno del social network. Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Facebook, può dedicarsi completamente all'evoluzione tecnologica e lascia a Sheryl Sandberg gli altri incarichi. Tanto che, spiega Fortune, è stata il ponte fra il team di sviluppatori software e le esigenze degli inserzionisti quando la rete sociale online ha dovuto adattarsi all'aumento degli accessi dai dispositivi mobili. È affiancata da un altro numero due, David Ebersman, chief financial officer di Facebook: ha pilotato il social network nei listini finanziari.

Molte aziende hi-tech della Silicon Valley californiana che hanno raggiunto il successo globale grazie al web e a internet conservano vertici piuttosto fluidi. Quello di Google è un triumvirato che all'interno resta identificato con la sigla Lse: Larry (Page), Sergey (Brin), Eric (Schmidt). Nella formazione attuale Page è alle redini come amministratore delegato e ha focalizzato le attività tagliando anche decine di progetti collaterali. L'altro fondatore di Google, Sergey Brin, preferisce restare più defilato e coordina il laboratorio creativo Google X dove sono nati, tra gli altri, gli occhiali interattivi, gli algoritmi di deep learning e la self-driving car. Schmidt è ormai l'ambasciatore di Google incaricato dei rapporti istituzionali.

Un triumvirato leggendario soprattutto in queste settimane è quello di Twitter. I fondatori Jack Dorsey, Biz Stone ed Evan Williams si sono alternati nella direzione del social network che adesso ha come amministratore delegato Dick Costolo. E hanno scelto la strada di imprenditori seriali. A ritagliarsi un ruolo all'esterno è stato soprattutto Jack Dorsey con l'altra startup che ha varato, Square. Stone e Williams, invece, hanno rilasciato una piattaforma dedicata al sostegno delle imprese innovative.

Per Apple un cambiamento radicale è avvenuto due anni fa. Dalla fondazione del colosso californiano è stato Steve Jobs ad avere il palcoscenico seppure con ampi periodi di assenza, affiancato per molti anni da Steve Wozniak. Tim Cook ha raccolto le redini e da poco ha consentito maggiore visibilità pubblica agli uomini che siedono ai vertici dell'azienda e spesso sono celebri soprattutto fra i tecnoappassionati. Al momento sembra avere acquisito più attenzione Jonathan Ive, senior vice president di design della Apple.

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