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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2013 alle ore 18:24.

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Chi soffre di sinusite lo sa bene. Quando ci sono i picchi di umidità il dolore che colpisce la parte superiore del viso si accentua fino a diventare lancinante. La credenza popolare che collega i doloretti - i più tipici sono quelli alle ginocchia e alle articolazioni in generale - al cambio del clima trova ora un collegamento scientifico come riporta il Wall Street Journal. Se le condizioni atmosferiche possano davvero peggiorare il dolore fisico (ma vale anche per quello psicologico, visto il gran numero di persone metereopatiche…) è una domanda che in medicina ci si pone da lungo tempo. Fin dai tempi di Ippocrate e addirittura nella millenaria medicina cinese nella quale i reumatismi (Fngshi bing) si traducono in "malattia del vento umido".

In epoca recente i ricercatori hanno ottenuto risultati controversi e hanno liquidato il tema concludendo che si tratta di un collegamento molto soggettivo. «I pazienti con fibromialgia sembrano esere i più sensibili al tempo» dice Susan Goodman, reumatologa all'Hospital for Special Surgery che però aggiunge: «se alcune persone sembrano essere estremamente sensibili al clima, altre nelle stesse condizioni non lo sono per niente per ragioni che non sono ancora chiare».

Il più noto studio risale agli anni Novanta a opera dello psicologo Amos Tversky, il quale dopo aver analizzato una ventina di pazienti con artrite reumatoide non ha trovato alcuna connessione.

Altri studi hanno poi collegato i cambiamenti di temperatura, umidità o pressione atmosferica anche ad altre malattie, come il mal di testa, il mal di denti, le nevralgie del trigemino, la gotta. Tutti noi del resto abbiamo in famiglia un nonno, una nonna o una zia che come un barometro ci avverte che il tempo sta cambiando perché la vecchia cicatrice o le ginocchia "si fanno sentire".

Il nesso dunque c'è, anche se gli scienziati non capiscono tutti i meccanismi coinvolti nel dolore da maltempo. La spiegazione più plausibile è che quando sta per arrivare un temporale la pressione atmosferica si abbassa alterando anche quella interna alle articolazioni. Che si sa sono circondate da sacche di liquido e gas. A sostenere questa tesi è Robert Jamison, anestesista e psichiatra alla Harvard Medical School. «Immaginate un palloncino che si trova tra l'aria esterna e quella interna. Se quella esterna diminuisce, il palloncino si espande, lo stesso accade nelle nostre articolazioni che espandendosi premono sui nervi e i tessuti circostanti».

D'altra parte è risaputo che gli ambulatori di ortopedici, neurologi, ma anche di chiropratici e fisioterapisti si riempiono proprio quando piove perché il clima, al di là delle previsioni del tempo, ha un'incidenza diretta sulla nostra salute. E il legame tra temporali e dolore è così stretto che negli Stati Uniti i canali meteo hanno anche un "indice dell'Artrite". E ci sono pazienti che sostengono che le loro articolazioni «sono meglio e più precise dei meteorologi». Bill Balderaz, presidente di una società di digital-marketing di Columbus, in Ohio, ricorda che l'anno scorso in una giornata di pieno sole ha iniziato a sentire un fortissmo dolore a causa della sua artrite. A metà pomeriggio un uragano non previsto ha sconvolto l'Ohio e gli Stati limitrofi con venti che soffiavano a 80 miglia all'ora.

Anche il freddo e non solo l'umidità, sembra aumentare certe patologie, come il rischio di ictus e gli attacchi di cuore. Il rischio d'infarto aumenta del 7% ogni 10 gradi di calo della temperatura, secondo uno studio condotto in Belgio su quasi 16mila pazienti. In questo caso la causa sarebbe dovuta a uno ispessimento del sangue e alla costrizione dei vasi sanguigni.

E per chi pensa che la soluzione sia quella di andare a vivere in climi caldi e asciutti… gli esperti sottolineano che il beneficio - purtroppo - è soltanto temporaneo: se si vive in un luogo a tempo pieno, il corpo si acclimata e si ridiventa sensibile ai cambi di clima, anche minimi.

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