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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2013 alle ore 12:07.

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Sotto la maschera di questo nuovo episodio della serie videoluca di Batman non c'è più Rocksteady, team di sviluppatori britannici che ha dato il via alla acclametissima serie Arkham Asylum. Il publisher Warner Bros. Interactive Entertainment ha preferito affidare il suo "giocattolo" più bello a uno studio interno di Montreal, probabilmente per dare più tempo alla scrittura del gioco su next gen (Ps4-Xbox One). Una scelta che all'inzio ha sollevato qualche perplessità: perché affidare un prequel così delicato come Batman: Arkham Origins a una squadra nuova di zecca? Chi temeva un gioco poco ambizioso ha dovuto in parte cambiare idea. Batman: Arkham Origins non manca di coraggio. Anzi, è ricco di colpi di scena che svelano gli anni che precedono i due episodi di Batman: Arkham Asylum e Batman: Arkham City.

LA STORIA. Ritroviamo un Cavaliere Oscuro poco oscuro, troppo volitivo e con qualche grillo per la testa. Il giovane Bruce Wayne picchia come un fabbro e sembra preferire un approccio meno tattico e ragionato. Incontrerà in una Gotham ancora vergine e spaventata tutte le maschere nemiche e amiche del suo presente-futuro come Black Mask, Penguin, Deathstroke, Bane, Anarky, il Joker fino al commisario Gordon. Pure due nuove conoscenze: l'Armored Enforcer e il Martial Artist, due classici boss che daranno parecchio (davvero troppo ndr) filo da torcere ai giocatori. Il cattivo da cui si dipana la storia è però Maschera Nera, un elegante ed eccentrico malavitoso che pensa bene di mettere sulla testa di Batman una taglia.
Giudizio. Le meccaniche di gioco sono quelle conosciute. Sotto questo profilo non c'è nulla di rivoluzionario, anzi. A parte qualche gadget nuovo (il Remote Claw e il Concussion Detonator) e la modalità "Scena del Crimine" che permette ai giocatori di analizzare in tempo reale ricostruzioni di crimini che sembrano impossibili da risolvere, non c'è granché di apprezzabile da segnalare. Probabilmente le indicazioni dall'alto sono state quello di evitare colpi di testa sul gameplay. Davvero convincente è invece la trama intessuta di colpi di scena e di piccole-grandi rivelazioni che aggiungono dettagli e curiosità su personaggi, accadimenti e psicologie del mondo Dc Comics. I primi passi da vigilante di Bruce Wayne ci aiutano a intuire cosa accadrà a Gotham City negli episodi successivi. Provano a descrivere il delirio di una città preda della follia criminale. Sotto questo punto di vista, "Origins" è prequel davvero riuscito: non illumina nè troppo nè troppo poco le ombre di una città che ha saputo illustrare come mai nessun videogioco prima la notte. Certo, gli sceneggiatori potevano anche osare un po' di più ma lo spirito videoludico del cavaliere oscuro rimane immutato. Questo Batman è cattivo e mena. I suoi nemici sono allegri psicopatici. Per gli amanti del pipistrello il titolo è imperdibile.

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