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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2013 alle ore 14:02.

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(Reuters)(Reuters)

Provocazione? Visione fantascientifica? Immagine di una realtà non troppo lontana da noi? In occasione del Symposium/Itxpo in corso a Barcellona, gli analisti di Gartner hanno discusso del futuro dei dispositivi intelligenti e sono arrivati a determinare uno scenario così sintetizzabile: gli smartphone saranno presto capaci di predire gli spostamenti di ogni singolo consumatore e i suoi prossimi acquisti, di interpretare le sue azioni sulla base delle informazioni in suo possesso.

Il telefonino, in poche parole, saprà tutto di noi ed elaborerà i nostri dati personali con la tecnica del “cognizant computing”, il computing consapevole, l’evoluzione ulteriore di ciò che oggi viene chiamato “personal cloud computing”.

Come sta cambiando, dunque, il “gadget” tecnologico che utilizziamo più frequentemente? Sta diventanto sempre più intelligente, osserva Carolina Milanesi, research vice president di Gartner, ed entro il 2017 “sarà più smart dell’utente”. Non in virtù della sua intrinseca intelligenza bensì grazie al fatto che il cloud e le informazioni archiviate nella nuvola forniranno al device l’abilità computazionale di dare un senso alle informazioni stesse. Al punto da renderle intelligenti.

I dati si pescano dal cloud e con le app

I telefonini, ci dicono da Gartner, diventeranno il nostro agente digitale segreto, ma solo se saremo in grado di fornire loro le informazioni di cui necessitano. Esempi? “Se c’è traffico intenso – spiega l’analista – il telefonino ci darà la sveglia in anticipo per non farci ritardare il meeting con il nostro capo oppure manderà un messaggio di scuse se l’appuntamento è fissato con un collega”. Sempre che l’incontro in questione sia memorizzato nel calendario.

Non è magia, quindi, ma tecnologia applicata. Lo smartphone pescherà tutte le informazioni contestuali che gli servono dalle sue applicazioni, dai suoi sensori, dai dati personali dell’utente e dalla sua localizzazione. Sfrutterà, soprattutto, i servizi di personal cloud, il contenitore da cui acquisire i dati per prevedere cosa l’utente vuole e di cui ha bisogno, elaborando di continuo segnalazioni e avvisi in tempo reale. Alla tecnologia – precisa in proposito Milanesi – si aggiungono le app, “che hanno portato nuove funzionalità e incidono sulla nostra vita di tutti i giorni sotto il profilo delle relazioni social, della conoscenza, dell’intrattenimento e della produttività”.

Man mano crescerà la capacità degli smartphone di eseguire automaticamente determinate azioni (creando liste di cose da fare settimanali) aumenterà di pari passo l’abitudine degli utenti nell’affidare al dispositivo il controllo di alcuni aspetti della loro vita. Entro il 2017, i dati personali (gusti, simpatie, antipatie, relazioni, amicizie, luoghi preferiti) che ognuno di noi avrà reso disponibili online saranno utilizzati dai nostri dispositivi per aumentare la loro rilevanza e migliorare la nostra vita. E così facendo entreremo a passi veloci nell’era del cognizant computing.

Il cognizant computing e gli impatti sui vendor di dispositivi

Nel dettagliare la natura e il processo di sviluppo del computing consapevole , Gartner ha identificato quattro distinte fasi: “sync me”, “see me”, “know me” e “be me”. Le prime due sono già qualcosa di reale nel rapporto fra persona e dispositivo, le altre due si manifesteranno più in là.

Ci sono inoltre due aspetti da sottolineare di questo nuovo paradigma relativamente ai possibili suoi impatti sul mercato, impatti che interesseranno i produttori di hardware da una parte e i servizi mobili e i modelli di business dall’altra. I vendor, in particolare, cercheranno di conquistare i favori dei consumatori dandosi battaglia per il controllo dei dati nella cloud e sulle dinamiche di relazione con gli utenti. Il rischio per Apple, Samsung e via dicendo sarà quello di passare per i responsabili dell’eventuale cattiva qualità dei servizi resi dallo smartphone (il device sarà visto come stupido) mentre il vero cervello del cognizant computing (e causa dei possibili malfunzionamenti) è invece un altro, ovvero sia la nuvola.

Entro i prossimi cinque anni, questa la cornice che Gartner ha dipinto per inquadrare il fenomeno, il computing consapevole diventerà una delle voci più importanti per l’intero ecosistema e la catena del valore dell’industria tecnologica. Il mobile commerce, la possibilità di fare acquisti direttamente da device mobile via carta di credito o appositi wallet, sarà una delle espressioni più evidenti della nuova intelligenza degli smartphone.

Certo c’è anche un rovescio della medaglia. Anzi più di uno. I benefici legati ad alcune applicazioni, per esempio, potrebbero invogliare i consumatori a comportamenti deleteri per la loro privacy e la loro sicurezza. Lo smartphone, questo è certo, non sarà più solo no strumento per comunicare, con la voce, Internet o le app.

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