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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2013 alle ore 10:57.
L'ultima modifica è del 28 novembre 2013 alle ore 11:03.

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E se si cercassero lidi digitali lontani dai colossi? La trimurti Microsoft-Sony-Nintendo costi-tuisce la sola e migliore offerta nei giorni a venire?
La domanda suona retorica anche escludendo tablet e device portatili, piattaforme sempre più usate per il gio-co che oggi costituiscono il concorrente più insidioso per la leadership del settore. Ebbene, anche ignorando tavole e telefonini, il 2013 ha registrato una pletora di annunci relativi al lancio di console più o meno sbucate dal nulla.
Fra le idee non finite nell'oblio, le più interessanti oggi sembrano Project Shield, Ouya, le imminenti Ste-am Machines e Razer Edge.
Nel primo caso, con un sistema operativo basato su Android, la possibilità di condividere titoli Tripla A da un Pc (con scheda GeForce Gtx 650 o superiore), di a-scoltare musica e guardare film, Project Shield punta a vendersi come la sintesi definitiva fra gioco non casuale e portabilità; in fondo ha ed è uno schermo da 5 pollici reclinabile sul controller.
Disponibile online da 299,99 dollari, minaccia con-correnti come PsVita e Nintendo 3Ds. Il problema è qui: a prescindere dalle sue prestazioni, ci si chiede quale futuro potrà avere un device quasi esclusivamente ludico quando anche Xbox 360 e Playstation 3 si sono trasformate negli anni in piattaforme di intrattenimento integrato.
Diverso l'intento di Boxer8: con Ouya, finanziata per 8,5 milioni di dollari tramite Kickstarter, la compagnia indipendente di Ottawa ha realizzato una console dome-stica open source, modificabile in ogni sua componente hardware e software. Con uno store dedicato, un siste-ma operativo basato su una versione semplificata di Android, il dispositivo non richiede kit di sviluppo né licenze.
Pur con limiti diversi - il più evidente dei quali è il portare su schermo tv giochi non pensati per quello-, al costo di 99 dollari (online) Ouya asseconda un'idea nuova di gaming, "democratica", aperta agli azzardi contenutistici e con irrisorie barriere d'ingresso.
Non un caso che perle come Canabalt (già al Mo-MA), Luxuria Superbia di Tale of Tales, o l'imminente That Dragon, Cancer, un adventure (auto)biografico su una malattia, abbiano trovato un'ospitalità raffinata nell'Ouya Store. Una ricercatezza che tuttavia potrebbe trasformarsi anche nel difetto più respingente per un pubblico vasto.
Non un problema delle Steam Machines, le piatta-forme "evolutive" ad alte prestazioni che in configura-zioni e prezzi differenti Valve lancerà a inizio 2014, at-testandosi ufficialmente fra i competitor più furbi e ag-guerriti del settore.
Con un sistema operativo open source basato su Li-nux (SteamOS) e la prospettiva di upgrade frequenti, le console di Valve, prodotte da terze parti a esclusione dei controller, supporteranno la ludoteca di Steam, la piattaforma per la distribuzione digitale di proprietà con 65 milioni di utenti attivi.
Invece di soffermarsi sulle prime impressioni – Val-ve ha solo da poco diffuso le macchine per i Beta test – par più interessante notare come l'azienda di Gabe Ne-well attesti una riacquisita centralità del pc gaming, frettolosamente dato per morto anche a causa di rilievi disattenti al digital delivery, o incapaci di monitorare la pirateria.
Non è un caso se titoli come Star Citizen, il crowd funding spaziale di Chris Roberts ormai in grado di in-cassare un milione a settimana, siano stati pensati per la diffusione esclusiva su personal computer.
A proposito, occhio a Edge ed Egde Pro, dell'americana Razer, tablet basati sulle prerogative touch di Windows 8 e concepiti per il (pc) gaming, ma con accessori per trasformarli in stazioni multimediali e ultrabook.
Da 999 a 1449 dollari, le configurazioni per ora di-sponibili all'estero sembrano la sintesi di come si potrà giocare già domattina. Chissà se sempre più lontano dalla trimurti della tradizione.

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