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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2013 alle ore 16:19.

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Massimo Moretti, padre della prototipazione, consegna un altro esempio di eccellenza italiana, quella di Wasp Project, che ha trionfato al Green Award di Londra, summa delle kermesse del mondo dei "makers".

Il progetto presentato dal suo team è rivoluzionario e si propone di risolvere il problema della casa. «Niente più bidonville, niente più favelas, una casa per chi vive nelle zone disastrate da catastrofi. Case ad impatto zero e dal costo tendente allo zero». Queste le parole di Moretti, raggiunto da "Il Sole 24 Ore" che continua: «non abbiamo un modello di business, ogni euro guadagnato dalla vendita delle nostre piccole stampanti solide viene investito nella ricerca dei materiali».

Il progetto, che prende il nome dalla vespa vasaia (Wasp, appunto) consiste nel costruire case in terra, forgiate da stampanti tridimensionali. La terra si trova ovunque e la combinazione con altri materiali permette di creare edifici stampati capaci di durare nel tempo; non sono poche le costruzioni in argilla che vantano decenni di vita.

Le università fanno la fila
Oltre all'università di Faenza che ha già prestato alcuni studenti alla ricerca Wasp, è seriamente interessato alla partecipazione anche il Politecnico di Milano; diverse le chiamate che arrivano dall'estero, Londra su tutte, che vuole partecipare attivamente alla crescita del progetto.

I finanziatori
«Per ora», continua Moretti «siamo completamente auto-finanziati, non abbiamo tempo di raccogliere investimenti, ma se arrivassero saremmo felici di dare ulteriore enfasi al nostro progetto del quale ci interessa solo la paternità». Moretti, 54 anni, è del tutto impermeabile al successo economico che Wasp può produrre. Per lui l'importante è creare benessere, i soldi non sono il fine ultimo del progetto ma un mezzo utile alla sua crescita.

Il futuro passa per l'Italia
«Non c'è preoccupazione per il futuro, c'è solo speranza. Vogliamo riuscire ad avere uno spazio all'Expo 2015» - il cui tema è proprio quello dello sviluppo sostenibile – «e presentare il primo edificio stampato». La capacità di produzione di superficie stampabile raddoppia nel giro di poche settimane. «Al momento», conclude Massimo Moretti, «siamo primi in Italia e siamo al pari dei colossi mondiali della stampa in 3D, pur non avendo iniettato milioni di euro o di dollari nel nostro progetto».

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