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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2013 alle ore 15:23.
L'ultima modifica è del 24 novembre 2013 alle ore 15:23.

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È la Cenerentola delle startup. Ma con la crisi dello Stato sociale e l'emergere di bisogni crescenti, il welfare è destinato a essere un terreno di investimento interessante. Già ora, secondo i dati della Camera di Commercio, le startup innovative iscritte al Registro - attive nella sanità, assistenza, cultura, istruzione, ricerca e sviluppo - sono circa il 20% del totale. Numeri ancora piccoli, in termini assoluti, ma destinati a crescere.
Uno dei comparti in espansione è la sanità low prize, come dimostra il successo del Centro Medico Santagostino a Milano che ha appena ampliato le strutture con una nuova sede. Il primo ambulatorio, che nel 2009 aveva 4.633 pazienti, quest'anno ne ha 37.264. L'idea è offrire servizi di qualità a prezzi calmierati, nella consapevolezza che il privato tradizionale ha tariffe alte per le fasce di reddito intermedie, che non trovano comunque una risposta di qualità nel Servizio sanitario nazionale. Il Centro è finanziato dal venture capital sociale: Luciano Balbo (ex azionista di B&S private equity) ha creato un fondo da 10 milioni di euro grazie a investitori privati e aziende. Che si aspettano di vedere restituito il denaro con un interesse minimo ma con un massimo ritorno sociale. I 10 milioni di euro hanno finanziato anche startup del microcredito e dell'housing sociale. Ora si sta ragionando sulla creazione di un secondo fondo.
Avanzano anche nuovi soggetti, come Medici in Famiglia, iscritta al Registro delle startup innovative della Camera di Commercio di Milano. È strutturata come un poliambulatorio di medicina e psicologia che fornisce prestazioni sanitarie specialistiche. I medici sono coinvolti anche attraverso i loro studi sul territorio e le tariffe sono calmierate. Partiranno a febbraio dell'anno prossimo e puntano ai 5mila pazienti l'anno. Forte delle risorse del filantropo Paolo Colonna (Permira), la startup punta alla sostenibilità economica e al reinvestimento degli utili.
«Lo stato sta coscientemente abbandonando spazi nella copertura di bisogno di protezione sociale come la sanità, i servizi socio-assistenziali, la prevenzione - spiega Paolo Venturi, direttore di Aiccon -. Non solo. Il sistema dei ticket, per certe fasce di reddito, è conveniente quanto la sanità privata, ma con tempi di attesa ben diversi».
In ambito sanitario e nei servizi socio-assistenziali, a fronte di 246.760 imprese for profit, ci sono 36mila istituzioni non profit. Il divario si accentua nel settore sanitario con 239mila for profit e 10mila non profit, secondo Istat. «Si tratta di capire se vogliamo un mercato dei servizi sociali affidato a privati o al non profit» aggiunge Venturi. Le cooperative hanno colto la sfida con modelli ibridi, che consentono una maggiore capacità economica. Per esempio, Forlì Welfare è una spa impresa sociale che garantisce prestazioni specialistiche e nasce dall'alleanza tra coop, Cna, Chiesa avventista e Acli.
Una delle realtà in cui è cresciuta di più l'ibridazione, con la nascita di nuovi soggetti è il consorzio Cgm. Welfare Italia ha portato in tutto il paese una sorta di franchising della salute che segue il paziente dalla nascita all'invecchiamento. «Il passaggio fondamentale di queste forme ibride è dal rapporto con l'utente al rapporto con il cliente - aggiunge Venturi - E spesso queste questi ibridi hanno un'alta propensione all'investimento».
Un settore emergente è il welfare culturale. «Ciò che fa la differenza in un'ottica di welfare è il coinvolgimento delle persone nella produzione culturale» spiega Andrea Veronelli, che con gli altri soci iscriverà la cooperativa Industria Scenica al registro delle startup innovative. Così tra Pioltello e Brescia est le comunità locali hanno partecipato a un progetto su un tema caratterizzante come la street art. «Al termine dell'esperienza le persone hanno percepito i propri territori come luoghi di bellezza e di talento» conclude Veronelli. Attiene a comunità specifiche anche il settore del welfare aziendale. Basta pensare che negli ultimi anni le 87 imprese che fanno parte di Valore D hanno creato 3mila posti per asili nido (aziendali o convenzionati), dandoli in gestione a nuove società esterne come Happy Child.
Con le nuove aziende del welfare cresce tutta la filiera. Quest'anno il concorso «Il più bel lavoro del mondo» punta ad attrarre aspiranti imprenditori con progetti di nuove imprese nell'ambito del welfare e dei servizi alla famiglia. «È il tema cruciale di oggi - spiega Andrea Rapaccini, segretario generale di Make a Change - Lo Stato non ha più risorse né capacità progettuali. Mentre i privati possono farsi avanti in un sistema di regole che scongiuri rischi speculativi». Quest'anno il concorso è in partnership con Reale Mutua. E Axa in Italia e Swiss Re Foundation, insieme a Impact Hub Milano, lanciano Impact Hub Fellowship for Longer Lives, programma internazionale di incubazione per startup che rispondano alle sfide poste dall'incremento delle aspettative di vita e dall'invecchiamento demografico.

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