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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2013 alle ore 12:17.

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Dal 21 gennaio 2013 al 3 dicembre 2013: 316 giorni per costruire un primo plotone di startup innovative. La Bclever srl di Vittorio Veneto (Treviso) è stata il pioniere, seguita da giovani aziende sparse su tutto il territorio, sebbene con una prevalenza abbastanza netta al Nord. Il bilancio di InfoCamere, aggiornato appunto al 3 dicembre 2013, indica 1.394 società iscritte al nuovo registro previsto dal decreto crescita 2.0 varato dal Governo Monti nell'ottobre 2012.

I dati si riferiscono a società che si sono iscritte nella sezione speciale startup del registro delle imprese e segnalano, confrontati con precedenti monitoraggi, una certa vivacità di idee: lo scorso giugno si era a quota 830, a metà ottobre poco oltre 1.200.

Società nate dopo il decreto crescita bis
È giusto però tentare un'analisi più approfondita dei dati forniti dal sistema delle camere di commercio. Delle 1.394 società censite, infatti, ben 636 risultavano in effetti già attive prima della data di entrata in vigore del decreto crescita 2.0 (19 ottobre 2012). Società che erano già operative ma che hanno colto al volo le nuove opportunità, soprattutto sul fronte delle semplificazioni, agganciandosi alla sezione speciali. Solo le restanti 758 hanno realmente inaugurato il business dopo il 19 ottobre 2012, a loro dunque va la patente di startup a 360 gradi.

La distribuzione sul territorio privilegia le grandi regioni e le grandi piazze, a partire da Milano e Roma. In particolare, la Lombardia conta 283 imprese iscritte nel registro speciale, l'Emilia-Romagna 151, il Lazio 151, il Veneto 121, il Piemonte 115. Più staccate le regioni meridionali, con le 65 startup della Campania, le 60 della Puglia, le 37 di Sicilia e Sardegna e appena 14 della Calabria. La stragrande maggioranza ha un valore della produzione compreso nella fascia 0-1 milione di euro e ha meno di 4 addetti.

Mancano ancora gli incentivi
Va detto subito che del decreto crescita 2.0, contenitore di diverse facilitazioni per le startup, manca ancora un pezzo, forse il più atteso, perché vincolato a un'autorizzazione europea chiesta con un certo ritardo dal nostro governo e non ancora pervenuta. Si tratta degli incentivi fiscali per chi, persone o società, intende investire in una startup innovativa. Il beneficio, quando arriverà finalmente il via libera della Dg Concorrenza della Commissione Ue, consisterà nella detrazione dall'imposta lorda sul reddito delle persone fisiche per il 19% dell'importo investito nel capitale sociale di una o più startup, aliquota che passa al 20% nel caso in cui ad investire sia una società. I tecnici del governo attendono, ma si dicono fiduciosi di poter sbloccare il dossier già a giorni, o comunque entro l'anno.

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