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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2013 alle ore 13:38.
L'ultima modifica è del 15 dicembre 2013 alle ore 13:38.

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«Siamo due soci, io Romain Sanviti e mia sorella e per il momento non abbiamo bisogno di soldi». Così si introducono due startupper più unici che rari soprattutto perché «per ora» non sembrano aver necessità di finanziarsi. La loro idea ha già un brevetto, un modello di business solido ed è italianissima come la passione per il calcio. In sostanza si propongono come una Sky del calcio amatoriale con vocazione social. Si occupano di tutto. Vanno nei centri sportivi, nei campetti da cinque contro cinque, fissano dei pali nel terreno, montano le telecamere (due davanti alle porte di calcio), riprendono la partita e poi consentono ai giocatori di rivedere, tagliare, montare e pubblicare online (sul sito, su Facebook o su Youtube) le azioni più interessanti della partita. Su www.postgol.com si può già iniziare con uno zapping per farsi una idea. Perlopiù sono campetti di periferia, di quelli immersi nella nebbia con alle spalle le auto che corrono veloci. Tutte immagini evocative per chi ha praticato e pratica il calcio a cinque. «I giocatori – ha spiegato a Nova24 Romain Sanviti – devono dare un euro a testa e firmare una sorta di liberatoria per la privacy». Nel mirino del novello imprenditore italo-francese c'è la vendita del pacchetto Postgol chiavi in mano ai centri sportivi, la raccolta della pubblicità sul sito dove vengono riviste le partite e creati gli highlights. È il calcio praticato, quello sui campi di terra, gelidi e duri di inverno e caldissimi d'estate. Quello vero. La sfida di Postgol è quella di capire se è uno spettacolo per cui si è disposti a spendere.

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