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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2013 alle ore 12:48.
L'ultima modifica è del 19 dicembre 2013 alle ore 12:49.

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E' partita in perfetto orario dalla Guaiana francese, e dopo 40 minuti l'applauso è scrosciato. Gaia, il satellite tutto europeo da 1 miliardo di euro che ci dirà come è fatta la nostra Galassia con un precisione inimmaginabile fino ad oggi, è infatti decollato alle 10.12 ora italiana ed entrato in un orbita sicura che lo porterà al suo posto di lavoro, a 1.5 milioni di chilometri dalla Terra. Un punto particolare, scoperto sulla carta da un grandissimo fisico, Lagrange, di cui quest'anno a Torino si celebrano i 250 anni dalla nascita. Lì le forze di attrazione di Sole e Luna e Terra si equivalgono e il satellite potrà tranquillamente passare i prossimi 5 anni a misurare un miliardo di stelle, 1000000 galassie e si spera scoprire almeno 10000 nuovi pianeti extrasolari, un'impresa giudicata impossibile quando partì l'idea di Gaia nel 1991.

L'estrema complessità del satellite, due telescopi con sei specchi, un rivelatore di 106 ccd a mosaico per complessivi 1 miliardo di pixel, il più grande mai andato nello spazio, che produrranno un catalogo di un petabye , comparabile ai maggiori database esistenti come complessità, , anche perché deve essere creato in modo sincrono, ossia tenendo presente allo stesso tempo tutti i dati, vari miliardi.

Gaia una volta raggiunta la posizione in L2 agirà come un faro che continuamente, nel nostro caso per 5 anni, ruota e illumina una parte di galassia, rubando contemporaneamente posizione e luminosità delle stelle che incontra. La precisione di queste misure è difficile da dare in numeri, per visualizzare gli scienziati dicono che Gaia è capace di misurare lo spessore di un capello a 1000 chilometri di distanza e oltre.
Nel 2019 il satellite finirà il suo lavoro e 4 anni dopo, 2023 sarà pronto il catalogo di Gaia che riporterà posizione e luminosità di un miliardo di stelle. Come geometri cosmici gli scienziati inizieranno a ricostruire la vera forma della nostra Galassia, che ci dirà molte cose su dove siamo, come sono fatti i nostri vicini, come evolvono le stelle, quale è la fisica che governa le stelle, queste gigantesche fucine con un'inesauribile fonte di energia, la fusione nucleare che qui sulla terra inseguiamo da 50 anni.

Gaia è uno dei principali progetti dell'Agenzia Spaziale Europea, i cosiddetti cornerstone per la loro importanza scientifica, tecnologica e industriale, nato da un enorme sforzo industriale guidato dal Consorzio francese di Astrium, con 70 aziende di 16 paesi. L'Italia partecipa in modo molto attivo, è il secondo Paese dopo la Francia ed anche uno dei progetti in cui lavorano più ricercatori giovani, con un entusiasmo che alla diretta del lancio seguita a Padova all'Università e Torino alla Altec, era palpabile e culminato in un liberatorio appaluso dopo i fatidici 40 minuti in cui un satellite può ancora fallire l'entrata in orbita. E' andato tutto bene, lasciamo il lavorare il geometra cosmico, sapremo nel 2023 meglio quale è il nostro posto nell'Universo.

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