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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2014 alle ore 11:57.
L'ultima modifica è del 23 gennaio 2014 alle ore 12:09.

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(Marka)(Marka)

Un paradigma sempre più pervasivo. O, più semplicemente, un fenomeno che condizionerà sempre di più la vita di milioni e milioni di persone. Le app mobili toccheranno quota 268 miliardi di download entro il 2017 e, questo il dato che gli analisti di Gartner mettono in particolare evidenza, gli utenti forniranno volontariamente ogni giorno informazioni personali a più di 100 fra servizi e applicazioni (principalmente gratuite) scaricate sui propri dispositivi.

Molte delle informazioni che segnano il quotidiano di ogni individuo si incanaleranno nelle app mobili per alimentare i Big Data stivati nelle sconfinate sale macchine dei grandi service provider, Google in testa. Cambierà il modo in cui le persone interagiranno con le app e questo cambiamento sarà dettato per l'appunto dai dati personali degli utenti, dai loro post, dai siti da loro navigati, dalle loro immagini postate sui social network e da molto altro ancora. Esisterà un app per ogni cosa, dall'intrattenimento alla domotica, e prenderà corpo via via il concetto di "cognizant computing", di computing consapevole. L'evoluzione ulteriore, stando alla definzione coniata proprio da Gartner, del personal cloud, in cui servizi e messaggi pubblicitari sono inviate in modo automatico e profilato ai consumatori.

Il ruolo dei device indossabili
Le aziende e i grandi brand soprattutto, fanno notare da Gartner, ricorrono sin d'ora alle app per attuare le rispettive strategie di "engagement" dell'utente; con il crescere dei livelli di adozione di questo strumento e con l'aumentare dell'uso di device mobili e indossabili (come i Google Glass e gli smartwatch) sempre connessi, il ruolo delle applicazioni mobili diventerà ancora più importante.
Nell'arco dei prossimi tre-quattro anni, dice ancora lo studio della società americana, il fenomeno consoliderà la propria presenza in altri ambienti, interessando non più solo smartphone e tablet ma anche elettrodomestici, automobili (i sistemi di infotainment delle vetture) e per l'appunto i cosiddetti "wearable device", che nel 2017 catalizzeranno la metà di tutte le interazioni con le app. Orologi intelligenti e occhialini con la realtà aumentata sfrutteranno le applicazioni in più vesti, come canale per lo scambio dei dati, come interfaccia utente e come "tool" per la creazione e il consumo di contenuti o la connettività.

La casa intelligente
L'era che ci apprestiamo a vivere, nel segno delle app, si tingerà di sistemi e tecnologie che gli analisti considerano veicoli per il computing consapevole, un'era in cui l'analisi delle informazioni digitali prodotte dal singolo utente (dati personali e relativi alla sua localizzazione, abitudini e preferenze, amici e contatti) cresceranno esponenzialmente in valore e in volumi. Già nel 2015, secondo Gartner, il cognizant computing sarà uno dei principali abilitatori delle soluzioni per la casa intelligente, interpretando i bisogni e le necessità dell'utente per gestire, tramite una batteria di dispositivi interconnessi fra di loro, specifiche mansioni dentro le mura domestiche, dall'accensione del condizionatore a un determinato orario alla richiesta di assistenza medica se si verifica un'emergenza.

Un nuovo fronte di sfida per Google & Co.
Chi beneficerà, fra le grandi firme dell'hi-tech, di questa rivoluzione annunciata? Gli analisti sono convinti che in una posizione di vantaggio vi siano le varie Google, Amazon, Facebook ed Apple, e cioè aziende capaci di aver costruito in questi anni una stretta relazione con gli utenti, sfruttando tale relazione come fonte primaria per immagazzinare dati da analizzare in forma predittiva. Il computing consapevole, i dati che viaggiano nella cloud, le app: la vita digitale degli individui si snoderà attraverso questi elementi. Alla faccia della privacy di ognuno di noi.

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