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Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2014 alle ore 17:12.

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(Corbis)(Corbis)

L'obiettivo è fissato al 2020, i primi test partiranno nel 2015, il progetto-pilota decollerà in occasione dei Giochi Olimpici Invernali del 2018 a PyeongChang e sul tavolo ci sono investimenti per complessivi 1,6 trilioni di won, l'equivalente di 1,1 miliardi di euro. In Corea del Sud, uno dei Paesi più avanzati al mondo in fatto di connettività a banda larghissima, fanno tremendamente sul serio, mentre in Europa e in Italia il processo di copertura dei servizi 4G Lte procede lentamente e non senza problemi.

Dopo il lancio dei servizi e dei terminali Lte Advanced (una sorta di 4,5G) il giugno scorso, è arrivata in questi giorni l'ufficialità del piano per la realizzazione di una rete 5G. A farsene carico ci sono da una parte il governo (e nella fattispecie il ministero della Scienza e della Tecnologia) e dall'altra i tre maggiori carrier telefonici (Sk Telecom, Kt e Lg U+) e produttori a noi assai noti come Samsung e Lg. Se lo spettro di banda utilizzato per i primi test sulle 5G sarà quello a 6 GHz o un altro è ancora da capire. Lo scorso giugno, sfruttando una nuova tecnologia chiamata adaptive array transceiver (che consente di sfruttare onde Ehf ad altissima frequenza per la connettività wireless), Samsung è riuscita a trasmettere dati a una velocità di 1,056 Gbps a una frequenza di 28 GHz su una distanza di due chilometri. Ma l'obiettivo dichiarato è come visto un altro: arrivare a capacità centinaia di volte superiori, nell'ordine delle decine di gigabit.

La disponibilità commerciale delle reti di quinta generazione nel 2020 è altresì un traguardo che il governo coreano vuole tagliare (possibilmente per prima) per diversi motivi e fra questi c'è sicuramente quello di natura economica: stando a calcoli interni, infatti, il giro d'affari legato alla vendita (sul mercato domestico e internazionale) di dispositivi e attrezzature per il 5G potrebbe valere nel quinquiennio successivo al rool out dei nuovi servizi l'equivalente di circa 230 miliardi di euro. Cui andrebbero aggiunti ulteriori 47 miliardi relativi ai servizi collegati alle nuove reti.

Chi sta lavorando sulle reti di quinta generazione?
In corsa sulle 5G non c'è solo la Corea del Sud. Huawei, per esempio, lo scorso novembre ha annunciato un piano di investimento di circa 600 milioni di dollari per i prossimi cinque anni atto a finanziare la ricerca sulle tecnologie di quinta generazione. La società cinese lavora sulle 5G dal 2009, ha poi presentato nel 2011 e 2012 prototipi di base station con velocità vicine ai 50 Gbps e per il 2020 promette capacità di trasferimento dati oltre i 10 Gbps, e quindi 100 volte superiore alle prestazioni garantite dalle reti 4G attuali (che si fermano a 100 megabit per secondo).
Risale invece a metà dicembre il lancio ad opera del commissario europeo alla Digital Agenda, Neelie Kroes, della partnership pubblico-privata per il 5G (5G Public-private-partnership), alla quale lavorerà in modo dedicato la divisione Dg Connect della Commissione europea. L'organismo di Bruxelles, però, è in grado di stanziare per il progetto delle reti di quinta generazione solo una cinquantina di milioni di euro, di cui 16 milioni previsti dal programma Metis 2020.

Come cambierà la vità degli utenti mobili
Basterà un secondo per scaricare un film di 800 Mbyte, quando oggi ne servono teoricamente circa 40 con le reti 4G Lte, che sulla carta arrivano al limite dei 100 megabit ma che realmente garantiscono velocità in download nell'ordine dei 20 Mbps o giù di lì: questo lo scenario che ci si prospetta con l'avvento delle reti 5G, sempre che verranno superati gli ostacoli tecnici legati alla capacità dello spettro di banda e alla necessità di realizzare piattaforme in grado di gestire elevatissimi volumi di dati.
Certo il poter contare su capacità di 10 gigabit al secondo significherà navigare in Rete a velocità impressionanti rispetto a quanto possibile ora. E non solo comodamente suduti sul divano di casa ma in auto o a bordo di un treno superveloce. Le reti 5G, inoltre, potrebbero spalancare le porte a nuove opportunità di fruizione dell'intrattenimento in Rete, come ad esempio film in 3D a risoluzione 4K, che potrebbero essere scaricati in pochissimi secondi. E in generale potrebbero assicurare ai dispositivi mobili la fruzione di contenuti multimediali come mai è stato possibile fino a oggi.

Miliardi di device connessi
Nel 2019, secondo uno studio di Ericsson, gli smartphone in circolazione sul pianeta saranno circa 5,6 miliardi. E un miliardo saranno i pc e i tablet dotati di connettività mobile. Tutti questi smart device saranno collegabili subito alle reti 5G? Molto probabilmente no, dipenderà dal livello di saturazione delle reti 4G, dalle capacità che garantirà la nuova tecnologia, dai volumi di dati che sarà generato dai sensori e dagli oggetti collegati in Rete. Nel il 2020 potrebbero teoricamente collegarsi a Internet via reti mobili 5G circa 6,5 miliardi di persone e 100 miliardi di dispositivi fra auto, contatori, attrezzature mediche, elettrodomestici e altro ancora.

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