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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2014 alle ore 21:38.
L'ultima modifica è del 28 gennaio 2014 alle ore 21:45.

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C'è qualche motivo di ottimismo, ma pur sempre una solenne bocciatura per l'Italia, nell'ultimo rapporto di Akamai sullo Stato di Internet. L'Italia compare al 48esimo posto al mondo per velocità della connessione internet misurata, il che la pone in fondo alla classifica dell'Unione Europea. La velocità stimata, sulle connessioni degli utenti nel terzo trimestre 2013, è stata infatti di 4,9 Megabit al secondo, cioè pari a quella di un'Adsl 7 Megabit di decente qualità. Peccato che nel resto d'Europa (per non parlare del mondo) si diffondano le connessioni in fibra da 30 Megabit e oltre e siano sempre popolari quelle veloci su cavo coassiale (tecnologia assente da noi). Da qui la distanza con gli altri Paesi: 12,5 Megabit al secondo è la velocità media nei Paesi Bassi, che è il Paese europeo più veloce. Nel mondo eccelle invece la Corea del Sud, con 22,1 Megabit; al secondo e al terzo posto di sono Giappone e Hong Kong.

I motivi di ottimismo sono nel fatto che nel terzo trimestre la velocità media italiana è aumentata del 24 per cento. Crescono anche in particolare le connessioni più prestanti, quelle superiori ai 10 Megabit: ad oggi le ha il 3,7 per cento degli italiani, una crescita del 40 per cento rispetto allo stesso periodo lo scorso anno e dello 0,5 per cento sul trimestre precedente.

Altri Paesi fanno molto meglio con la banda larga sopra i 10 Megabit: rispetto al trimestre precedente, la crescita maggiore si registra nei Paesi Bassi (+45%), seguiti da Danimarca (+38%), Belgio (+36%), Repubblica Ceca (+31%), Svizzera (+6.7%) e Lettonia (3.7%).

L'Italia non è tra i migliori nemmeno per la velocità internet su rete mobile, campo in cui invece eccelliamo per diffusione tra gli utenti. La velocità media di connessione mobile varia tra i 9.5 Mbps e gli 0.6 Mbps, in Europa con picchi tra i 49.8 Mbps e i 2.4 Mbps, secondo dati da Akamai estrae da un rapporto Ericsson. Il volume del traffico di dati mobile è cresciuto del 10% rispetto al trimestre precedente e dell'80% rispetto a un anno.

In Europa, il provider che ha offerto la velocità di connessione maggiore si trova in Russia, con 9.1 Mbps, seguito da un operatore ucraino (8.7 Mbps) e uno austriaco (7.1 Mbps).

In Italia esiste un divario di circa 1.6 Mbps tra il provider che offre la velocità di connessione mobile media maggiore (4.5 Mbps) e quello che offre la velocità media minore (2.9 Mbps). Le velocità di connessione massime offerte dagli operatori italiani vanno dai 25.6 Mbps ai 19.0 Mbps.

In Italia i dati Akamai mostrano i primi (ancora timidi) effetti della crescita delle reti banda ultra larga di nuova generazione, fisse e mobili. La copertura della fibra riguarda il 18 per cento della popolazione, contro il 10 per cento del 2012. L'Lte (rete mobile 4G) è sul 40 per cento degli italiani.

Questi dati miglioreranno di una decina e di una ventina di punti percentuali, rispettivamente, durante quest'anno, quindi aspettiamoci continui progressi dell'Italia nella classifica Akamai. Se questi saranno piccoli o grandi dipenderà dall'effettivo numero di abbonati alle nuove reti.

Per fortuna non eccelliamo invece per numero di attacchi informatici originati dal Paese. Al primo posto c'è la Cina, con il 35 per cento di attacchi generati. Al secondo Posto l'Indonesia (20 per cento), che era prima nel trimestre scorso. Gli Stati Uniti sono all'11 per cento, al terzo posto. Questo dato indica come si sposta la geografia dei pirati informatici. L'Italia è quindi in fondo, con lo 0,7 per cento di attacchi generati, ma in generale aumentano in percentuali provenienti dall'Europa, rispetto al trimestre scorso.

Akamai si sofferma poi sugli attacchi Ddos (Distributed denial of service), diminuiti nel terzo trimestre: 281 contro i precedenti 318. %). Tuttavia, complessivamente, Akamai ha osservato più attacchi nei primi tre trimestri del 2013 che in tutto il 2012: 807 contro 768. Il settore enterprise continua ad essere il più bersagliato con 127 attacchi riportati nel terzo trimestre 2013, segue il settore Retail/Travel (80), l'area Media e Entertainment (42), il settore pubblico (18) e hi-tech (14).

Sempre più clienti europei vengono attaccati. Il loro numero è aumentato del 22%, mentre sono diminuiti del 18% quelli diretti a clienti con sede in Usa. Akamai ha inoltre esaminato la probabilità che le aziende target possano essere vittime di attacchi ripetuti: infatti, dei 281 attacchi osservati nel trimestre, solo 169 sono stati rivolti a un unico target. Tra i clienti colpiti, 27 sono stati attaccati due volte, 5 tre volte e 7 più di tre volte.

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TAG: Italia, Cina

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