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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2014 alle ore 14:54.
L'ultima modifica è del 02 febbraio 2014 alle ore 14:55.

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Un gruppo di ricercatori dell'Università di Barcellona, guidato da Manel Del Valle, ha realizzato una "lingua elettronica" costruita a imitazione di quella umana e in grado di riconoscere e classificare correttamente i diversi tipi di birra.
"Il concetto di lingua elettronica", ha spiegato Del Valle, "corrisponde a una serie di sensori che rispondono in maniera generica a vari composti chimici, trasmettendo un composito spettro di informazioni a strumenti avanzati di elaborazione e riconoscimento di pattern, e anche a reti neurali artificiali".

Nel caso specifico la lingua era costituita da 21 elettrodi, alcuni sensibili a specifici anioni (cloruro, nitrato), altri a specifici cationi (ammonio, sodio), altri ancora con risposte più generiche. I ricercatori hanno poi impiegato tecniche statistiche sofisticate come l'analisi discriminante lineare per insegnare al software a usare la risposta multidimensionale degli elettrodi per riconoscere i vari tipi di birra. "Siamo riusciti a fargli distinguere le principali categorie di birra usate per la ricerca: scura, lager, doppio malto, Pilsen, alsaziana e a basso contenuto alcoolico," prosegue Del Valle, "con una percentuale di successo dell'81,9%".

Il software riconosceva solo le birre che gli erano state insegnate, mentre non si lasciava ingannare da birre di altro genere o da cocktail a base di birra. I ricercatori hanno anche utilizzato una rete neurale per insegnare al sistema a ordinare correttamente le bevande in funzione della loro gradazione alcoolica, un parametro non misurato direttamente dai sensori.
In prospettiva, studi di questo tipo possono aprire la strada a robot dotati di senso del gusto, e ad assaggiatori elettronici in grado di assistere l'industria alimentare nel valutare la qualità dei prodotti.

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