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Questo articolo è stato pubblicato il 03 febbraio 2014 alle ore 11:28.
L'ultima modifica è del 03 febbraio 2014 alle ore 12:38.

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Steven Hauschka sul campo del NFL Super Bowl (Ap/LaPresse)Steven Hauschka sul campo del NFL Super Bowl (Ap/LaPresse)

L'edizione numero 48 del Super Bowl ha salutato il trionfo dei Seattle Seahawks sui Denver Broncos (43-8 il risultato finale) ed è stata una partita senza storia, finita agli archivi con il terzo scarto (35 punti) più ampio di sempre. Ma come è finita l'attesa sfida in campo social fra Facebook e Twitter?

I due social network si giocavano il primato del "second screen" più utilizzato dai 100 milioni di telespettatori previsti alla vigilia. Facebook, stando ai dati raccolti dal sito specializzato MarketingLand, è stato più citato rispetto a Twitter, seppur di poco. I veri vincitori del match, però, sono stati gli hashtag, utilizzati nel complesso nel 57% dei messaggi pubblicitari trasmessi a livello nazionale nel corso della partita; rispetto all'anno passato il salto in avanti è del 7% e si tratta di un nuovo record.

I due principali social network, per contro, si sono fermati rispettivamente al 9% e al 7% degli spot, mentre YouTube è stato impiegato in tre dei 54 messaggi di advertising passati in Tv (il 6% quindi). Curioso notare come Google+ non abbia trovato sponsor mentre l'app Shazam (che riconosce i brani musicali che suonano intorno a noi, sia stata selezionata per due spot.

Come si sono mossi gli advertiser
Due campagne pubblicitarie, di cui una accompagnata da un hashtag, ed entrambe recanti i loghi per Facebook, Twitter e YouTube e l'indirizzo Internet del sito istituzionale. Hyundai è il marchio che più di tutti ha investito sul Super Bowl 2014 per avere una visibilità degna dell'evento; nella sua scia si è inserita Subway, catena di ristoranti fast food. L'operatore mobile T-Mobile ha invece approfittato dell'occasione per lanciare una campagna online utilizzando come vetrina di sbocco praticamente tutti i social network più popolari, e cioè Facebook, Twitter, YouTube, Instagram and Google+. Per lo spot trasmesso durante la partita, invece, la società ha puntato tutto solo su Facebook, un proprio Url e l'hashtag #no contract. C'è invece chi, come RadioSchack, ha preferito Twitter, mettendo in bella evidenza il proprio account sul sito di microblogging.

Inviati 24,9 milioni di tweet su #SB48
Chi avrà vinto il Super Bowl fra i marchi lo diranno i buzz, i contatti e l'audience sviluppata dai rispettivi siti. L'ultima edizione dell'appuntamento sportivo più seguito d'America sarà comunque ricordata per aver contabilizzato il record di 24,9 milioni di tweet inviati sul canale #SB48 nel corso della gara, intervello compreso. L'anno passato ci si fermò a 24,1 milioni. Per chi volesse capire meglio come i broadcaster televisivi americani si sono comportati su Twitter si può consultare l'apposito Rating elaborato da Nielsen.

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