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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2014 alle ore 11:22.

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L'hanno battezzata "mystery barge", chiatta misteriosa, perchè ancora oggi non è ufficialmente noto cosa Google celi esattamente dietro questo progetto, bloccato a più riprese in seguito ai controlli condotti dalla Bay Conservation and Development Commission di San Francisco e dalla Us Coast Guard. Si era parlato inizialmente di un data center galleggiante, poi è emerso come in realtà si tratti di uno show room mobile fatto di decine e decine di container impilati uno sull'altro, in cui dovrebbero trovare posto le innovazioni dei laboratori Google X, dai Google Glass alle automobili che si guidano da sole.

Sta di fatto che ora la chiatta non può più rimanere là dove è stata parcheggiata per qualche mese, e cioè ancorata a un molo di Treasure Island, piccolo lembo di terra nel mezzo della San Francisco Bay. Il trasloco è stato imposto, con una comunicazione ufficiale diffusa ieri, per una ragione molto semplice: i permessi in mano a Google non sono in ordine. Questa, almeno, la conclusione a cui è giunta la Bay Conservation and Development Commission dopo aver esaminato diverse lamentele attinenti la costruzione dell'edificio galleggiante di quattro piani, di cui c'è una sorta di gemello in fase di realizzazione a Portland, nel Maine.
Dall'inchiesta è emerso che né la Treasure Island Development Authority (che ha affittato a Google il magazzino servito per costruire la chiatta) né la città di San Francisco avevano richiesto e rilasciato al gigante di Mountain View tutti i permessi necessari per i lavori previsti sul sito adibito a cantiere. Cosa succederà ora? Google, ne ha già dato conto con una nota, risolverà il problema spostando la chiatta in una delle strutture di costruzione autorizzate già attive nella baia. (G.Rus)

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