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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2014 alle ore 16:10.
L'ultima modifica è del 11 febbraio 2014 alle ore 17:03.

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(Copyright Margaret Powers)(Copyright Margaret Powers)

Ci sono delle eccellenze che si danno troppo per scontate, sono dimenticate: in realtà, per fortuna, continuano semplicemente a fare bene il loro lavoro senza clamori. È il caso di alcune fondazioni scolastiche italiane quali l'opera nazionale Maria Montessori e la Reggio Children Foundation Centro Loris Malaguzzi. Nel curriculum di Margaret Powers, una giovane plurilaureata che sta sperimentando i Google glass in una scuola privata a Philadelphia, ci sono entrambe.

Il curriculum
Nel 2008 Margaret ha frequentato l'università di Reggio Emilia e, come spiega nel suo sito, si è fatta portatrice di questo approccio educativo nato in Italia: «Lavorare con l'educazione della prima infanzia è sempre stata la mia passione è questo è uno dei motivi per cui ho studiato all'estero, a Reggio Emilia. Questa esperienza, unita agli insegnamenti di Maria Montessori, influenza ancora la mia filosofia di insegnante ed educatore esperto in nuove tecnologie».
Dopo i sei mesi da studentessa si laurea con lode in psicologia al Bryn Mawr College si specializza in scienze dell'educazione, a cui fa seguire un master in "International Training and education" all'American University di Washington. Non manca però di frequentare le scuole che applicano il metodo Montessori a Philadelphia, che come sappiamo è più apprezzato negli States ( ma è arrivato fino in Cina dove alcuni pedagoghi hanno introdotto asili Montessori a Pechino e sono andati in visita presso gli asili di Reggio Emilia per importare il metodo) che nel nostro Paese. Sempre in Italia Margaret per due mesi fa uno stage a ll'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione presso il Cern di Roma. Forte di questo solido bagaglio culturale inizia a lavorare nelle scuole applicando all' apprendimento delle tecnologie digitali le lezioni di Maria Montessori ("aiutami a fare da solo") e di Loris Malaguzzi.

365 Days of Glass - Inspired by #IfKidsHadGlass
Ora nel suo blog "365 Days of Glass" Margaret racconta attraverso numerosi video gli esperimenti didattici fatti in classe con i Google Glass, gli occhiali intelligenti connessi a internet che non sono ancora sul mercato. I bambini dai 5 ai 7 anni, che lei segue come coordinatore tecnologico all'Episcopal Academy di Philadelphia, stanno testando il futuro che ormai è orientato ai wereable pc cioè a tutti quei dispositivi che presto indosseremo e sostituiranno tablet e smartphone. Al giornalista della Cnn che le chiedeva un giudizio su questa sperimentazione con i nativi digitali la Powers ha risposto: «Il potenziale di questi strumenti è enorme. Per la prima volta sono riuscita non solo ad ascoltare i bambini ma addirittura a vedere attraverso i loro occhi, alla loro altezza, e questo è esattemente quanto viene indicato nel "Reggio approach" (la filosofia educativa di Loris Malaguzzi che vede al centro dell'educazione non le discipline, ma il bambino, visto come soggetto attivo e pensante).
Morale della favola: il nostro approach al mondo probabilmente non è ancora scaduto, anzi è ancora quello giusto, ed è quello che spinge una ragazza americana del ventunesimo secolo ad avventurarsi nelle università italiane per imparare a guardare il mondo con altri occhi. Quegli stessi occhi che ora vedono ancora più lontano.

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