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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2014 alle ore 13:36.
L'ultima modifica è del 18 febbraio 2014 alle ore 15:57.

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2001, Bill Gates mostra il primo CD di Windows XP (Olycom)2001, Bill Gates mostra il primo CD di Windows XP (Olycom)

Il 25 ottobre 2001 veniva lanciato Windows Xp, Facebook non c'era e Google aveva solo quattro anni. Un periodo tecnologico antico, in cui la rivoluzione iPhone (e poi iPad) non aveva ancora cambiato i paradigmi del computing. Mobile e non solo.
Oggi Microsoft, che sui prodotti software garantisce solitamente un supporto tecnico di 10 anni, si trova a gestire l'uscita di scena definitiva di uno dei suoi software di maggior successo, un prodotto per cui ha esteso in via eccezionale il rilascio degli aggiornamenti di ulteriori due anni e mezzo.

L'8 aprile termina infatti il supporto tecnico per Windows Xp e gli utenti e le piccole realtà che ancora si affidano alle funzionalità del vecchio software non possono assolutamente trascurare questa data (per altro sconosciuta a una Pmi su tre).
Perché serve cambiare? Da Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft Italia, arriva una risposta magari banale ma di fatto poco discutibile: per ragioni di sicurezza e per trasformare il modo di lavorare delle imprese, chiamate necessariamente ad utilizzare le moderne tecnologie. Nel caso di Microsoft l'invito è naturalmente quello di fare riferimento a Windows 8 e a tutta la nuova generazione di applicativi legati al nuovo paradigma del computing "touch, mobile e in the cloud" sposato dal nuovo sistema operativo di Redmond.

Chi usa Xp in Italia
Windows Xp, questo il punto critico, rimane oggi fra i sistemi operativi ancora più diffusi nel mondo, sui pc degli utenti privati come dentro gli uffici. Utilizzato da milioni e milioni di persone e addetti aziendali. La sua quota di mercato globale (lo dicono le ultime rilevazioni di NetApplication) è pari al 30%, una percentuale 10 volte superiore a quella di Windows Vista, forse il più grande flop del gigante nordamericano, e quattro volte quella di Apple Mac Os.
Il pensionamento di Xp è quindi un "problema" anche italiano perché ci sono 6/7 milioni di macchine, secondo Purassanta, che nel nostro Paese girano ancora sul vecchio Windows, e molte di queste appartengono a singoli consumatori (circa il 16% del totale degli utenti di computer privati, stando a un sondaggio compiuto attraverso il portale Msn su un campione di 13mila soggetti).
Il dato più preoccupante, però, è il seguente e sortisce dal censimento che Idc ha eseguito fra dicembre e gennaio su 850 realtà, Pubbliche amministrazioni locali comprese: il 24% delle piccole e medie imprese nostrane ha installato questo sistema operativo sull'80% del proprio parco pc.
La percentuale, già di per sé significativa, sale oltre il 30% per le regioni del Centro Sud e arriva a punte del 50% per esempio in Puglia. In generale, circa il 35% delle aziende si trova a operare con un computer "Xp inside" su due e la parziale buona notizia (anche per Microsoft) arriva dalle imprese del Nord e da quelle a elevata industrializzazione, che si dichiarano pronte all'aggiornamento nel 50% dei casi.

Mancano competenze e consapevolezza
La questione della fine del supporto a Xp si inquadra, secondo Fabio Rizzotto di Idc, in uno scenario di evidente gap delle imprese quanto a percezione ed esposizione ai rischi in tema di sicurezza informatica e di una scarsa consapevolezza del legame fra aggiornamenti del software installato e protezione di dati e applicazioni.
Dati alla mano, il 44% delle Pmi è privo di un referente interno/esterno in materia di security e il 73% dedica meno di un decimo del budget disponibile alla gestione della sicurezza. Solo l'8%, inoltre, comprende appieno i rischi legati alla vulnerabilità del software, e questo è un atteggiamento diffuso anche tra gli utenti privati.
Più le aziende sono grandi, per contro, più sono predisposte alla migrazione e là dove la componente mobile è più diffusa (vedi i settori dei servizi e della finanza, mentre in generale il tablet è presente in circa la metà delle aziende con 50-249 dipendenti) c'è maggiore propensione all'uso di dispositivi basati su software di nuova generazione

Il vademecum per le aziende
Dopo l'8 aprile 2014, questa l'essenza del messaggio lanciato da Microsoft agli utenti di Windows Xp, non verranno più rilasciati nuovi aggiornamenti automatici per la protezione del pc da virus, spyware e altri malware. Per il sistema operativo non verranno cioè più rilasciate le consuete e periodiche patch di sicurezza, il che significa che il software diventa vulnerabile, e di conseguenza molto più facilmente esposto agli attacchi malware. L'utilizzo di un antivirus aggiornato su un sistema operativo non supportato, fanno notare inoltre dalla società, non rappresenta una soluzione sicura.
Come palliativo, e nell'ottica di aiutare le aziende che stanno effettuando ora la migrazione o si apprestano a rinnovare il parco pc installato, Microsoft (questo il sito di supporto: microsoft.it/windowsxp) si è impegnata a rendere disponibili per il vecchio Windows, fino al 14 luglio 2015, le "signature" anti malware dei suoi sistemi antivirus per alcuni suoi prodotti enterprise (fra cui System Center Endpoint Protection, Forefront Client Security e Windows Intune) e consumer (Security Essentials).

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