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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2014 alle ore 13:40.
Microcomputer, quando piccolo è anche potente
Micro non significa necessariamente limitato. Smartphone e tablet ci hanno insegnato che un piccolo dispositivo può nascondere una grande potenza e la conferma arriva dai microcomputer. Non più grandi di una scheda madre, stanno nel palmo della mano, costano un centinaio di euro ma offrono potenza a sufficienza per andare sulla Luna.
Non è una metafora. Il piccolo Udoo per esempio è stato scelto dal programma spaziale della Carnegie Mellon University per alimentare Andy, il robottino motorizzato che parteciperà al Google Lunar XPrize (GLXP), il premio indetto da Google che mette in palio 20 milioni di dollari per chi riesce a costruire un veicolo capace di atterrare sul satellite e inviare foto sulla Terra in alta definizione.
Per chi non ha ambizioni spaziali l'italiano Udoo offre una scheda ibrida di 11x8.5 centimetri che unisce un computer capace di far girare Linux e Android e una scheda Arduino 2. La CPU Quad core da 1 GHz e il gigabyte di Ram consentono di usarlo come un vero e proprio PC, basta collegare un monitor tramite il cavo HDMI, oppure come media center sfruttando il televisore e l'impianto audio. La presa Ethernet e il modulo Wi-Fi integrato permettono di navigare, scaricare applicazioni ma anche di leggere film e file musicali salvati sugli hard disk e i computer collegati alla rete domestica. Sul fronte Android invece possiamo sfruttare le app del Play Store di Google per giocare, leggere il giornale o consultare le notizie finanziarie sfruttando l'ampia superficie della TV. Da ultimo l'integrazione di Arduino ci permette di muovere i primi passi nel mondo dei maker, di sperimentare con l'informatica e creare dei progetti sfruttando i numerosi sensori presenti sul mercato. Il tutto per un prezzo di 99 euro.
Oltre alle piccole dimensioni infatti i single-board computer – computer costituiti da una sola scheda - hanno anche un prezzo stracciato. Il campione in questo caso è il Raspberry Pi, 25 dollari per una CPU da 700 Mhz e 256 MB di Ram (più o meno come un vecchio Pentium 2) o 35 per la versione potenziata con 512 MB di Ram, due prese USB e connettore Ethernet. Realizzato dall'organizzazione no profit Raspberry Pi Foundation insieme all'Università di Cambridge e a Broadcom, il Pi era nato come proposta low cost dedicata all'insegnamento ma in breve tempo è diventato il Sacro Graal di chi desidera avere un computer piuttosto versatile al presso di una pizza in ristorante. Sono nati così robot, cornici fotografiche animate, tablet e perfino supercomputer. Il professore inglese Simon Cox dell'Università di Southampton per esempio ha messo in parallelo 64 Raspberry Pi in un case creato dal figlio con dei Lego. Il risultato è un calcolatore da 11 GHz di potenza e un terabyte di memoria a 2.500 sterline, poco più di tremila euro.
Oltre gli eccessi e la sperimentazione c'è chi, come Tango, pensa che il mercato sia maturo per l'ingresso dei microcomputer sul mercato consumer. La loro proposta è un computer "Pocketable, Officeable, Entertainmentable, Gameable, Windowsable, Linuxable". In parole povere un PC grande come uno smartphone che può girare suite per il lavoro, farci divertire e giocare, caricare Windows e Linux. Al momento è in corso di finanziamento sul sito di crowdfunding Indiegogo e i 280 mila dollari raccolti finora dei centomila richiesti fanno ben sperare. Tanto più che mancano ancora un paio di settimane alla fine del finanziamento. A differenza dei precedenti non è una scheda nuda ma ha una elegante scocca di metallo nero. Dentro ci sono una CPU Quad Core da 2GHz, tra i due e gli otto gigabyte di Ram, scheda grafica con capacità 3D e hard disk a stato solido. Il funzionamento è curioso: questa scocca poco più grande di un iPhone 5 infatti va inserita in una docking station, una seconda scatola grande come un lettore CD esterno. Basta inserire l'unità principale in una qualsiasi docking station per far partire il computer, basta toglierla per avere in tasca tutti i file e i programmi, senza lasciare traccia delle nostre operazioni. Così insomma non si deve più comprare un computer per l'ufficio e uno per la casa, basta avere una docking station in ogni ambiente. La dimostrazione offerta all'ultimo CES di Las Vegas ha rivelato la capacità di far girare fluidamente un gioco molto avido di risorse come Call of Duty a 1080p e 60 fps e di far partire Windows 7 in 15 secondi. Anche il prezzo poi sembra interessante. Per 255 euro si può prendere il Tango con 4 GB di Ram e hard disk da 32 GB, ogni docking station in più invece costa 65 euro.
Dando uno sguardo al futuro c'è la miniaturizzazione estrema di Intel Edison, un computer grande come una scheda SD. Dotato di bluetooth e Wi-Fi, ha un processore dual core da 400 MHz e può far girare Linux. Per darne una prova l'azienda ha creato Nursery 2.0, dei prodotti pensati per i più piccoli come una tartaruga giocattolo che registra i parametri vitali del bebè e attiva lo scaldalatte non appena si sveglia. Al momento è pensato per la prossima generazione delle tecnologie indossabili e per alimentare l'Internet delle cose ma forse, entro pochi anni, lo avremo tra le nostre mani. O magari sottopelle.
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