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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2014 alle ore 22:51.
L'ultima modifica è del 25 febbraio 2014 alle ore 09:46.

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Applausi, orchestra per intrattenere, ritardi dovuti al traffico. Si impiega ben più di un'ora per arrivare dalla fiera al centro congressi di Diagonal dove è in corso il Mobile World Congress 2014. Nei giorni scorsi l'attesa era in particolare per due eventi, scritti in agenda da tutti (o quasi). Keynote di Mark Zuckerberg, l'uomo di Facebook, e la presentazione del Samsung Galaxy S5. Si sapeva tutto (o quasi) si era scritto negli ultimi giorni. Eppure la sala era piena. Eppure almeno una decina d'applausi hanno scandito lo speech di J H Shin, head of Samsung Mobile communication.

Quando parla della storia di Samsung e dei 200 milioni di smartphone piazzati è scattato l'applauso. Quando ha messo giú le parole chiave (design, camera, connectivity, life e Stay fit). Quando ha detto che il nuovo Galaxy è water resistent. E via cosí via. Shin ha fretta di andare, non parla molto. Poi è la volta di Jean-Daniel Ayme. Anche qui gli applausi fanno capolino. C'è la descrizione delle meraviglie della telecamera (in grado di immortalare i piccioni della Sagrada Familia), delle meraviglie della connettività (Lte a go go), delle meraviglie di design e colore e poi, "è resistente all'acqua" (cioé tradotto si può usare anche quando piove, se no bastasse). Non basta? Giù numeri su numeri di pollici, velocità, memoria. Serviti anche i nerd più nerd. Ma la platea, è indubbio, apprezza e non manifesta nessuna noia. Anzi.

Poi è la volta dei gear prima dell'apertura delle porte che dividono la sala dal momento in cui si potrà toccare, ammirare, fotografare l'oggetto del desiderio. La fila, neanche a dirsi, si fa subito. Ritornando però un attimo al Samsung Galaxy S5: quanto costerà? Il vil denaro: perché parlarne in una serata così? C'é tempo.

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