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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2014 alle ore 09:50.

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Clicchi, commenti, conti i "like". Un social network come tanti, se non fosse per un dettaglio: dall'altro lato dello schermo, rispondono gli eurodeputati. È GovFaces, la piattaforma che «mette in contatto i cittadini e i rappresentanti» eletti tra gli scranni di Bruxelles. Il debutto è previsto oggi, a meno di tre mesi dal voto del maggio 2014 per il Parlamento Europeo. E da qui al prossimo ottobre il network dovrebbe allargarsi tra singoli paesi Ue, America Latina, Asia... «Quello che non ci fa dormire – spiegano i creatori – è sapere che presto potremo arrivare in Italia, in Spagnia, in Bulgaria, nel Regno Unito» .

Il meccanismo si riassume nel motto «meet, connect, evaluate» : incontra, connetti, valuta. Gli utenti effettuano il log in da Facebook e accedono a un mosaico di migliaia di profili di eurodeputati con tweet, video e aggiornamenti annessi («meet» ). Se interessati, commentano o fanno domande, sia sulla bacheca visibile a tutti sia per posta privata («connect»). E la valutazione? Ognuno dà la sua pagella all'attività dei parlamentari, con un rating da uno a cinque. Importanza e priorità delle domande pubblicate passano sotto il giudizio della comunità, con «upgrade» o «downgrade» che determinano la scaletta degli argomenti da trattare.

La piattaforma, creata da un team con base tra Messico, Stati Uniti ed Europa (c'è anche un'italiana: Luisa Meneghetti) fa breccia nel vuoto dell'interazione politica sui social media. O meglio, dell'interazione di qualità: ricerche GovFaces evidenziano come appena il 7% dei contenuti online pubblicati da politici sui rispettivi canali dit Facebook, Twitter, LinkedIn e Youtube risponda ai criteri di una «vera interazione» con i follower dall'altro lato dello schermo. Tanto che in poco più di un caso su 10 (il 13%) gli utenti social si aspettano un grado sufficiente di informazione su pagine intasati di insulti, spam e commenti poco centrati. Il problema non è di contabilità, almeno sulla carta: più del 90% degli Eurodeputati frequenta i social media, in crescita di quasi tre volte tanto rispetto al 33% stimato dai sondaggi di Bruxelles per il 2009.

Ma come nasce la piattaforma? Lo spiega al Sole 24 Ore Jon Mark Walls, Ceo della società fondata dal giovanissimo magnate messicano del biodiesel Daniel Gomez Iniguez . GoveFaces, spiega Walls, cerca di «dare un senso» alla partecipazione democratica via web. «Facciamo l'esempio di Obama – dice Walls –. Ogni giorno può ricevere centinaia di tweet o postare una foto su Facebook con centinaia di commenti... Ma quanti andranno a segno? Quanti avranno un significato? GovFaces vuole creare un sistema che faccia "funzionare" quei tweet e quei post, dove siano organizzati e abbiamo un senso» .

Ma perché gli eurodeputati dovrebbero sbilanciarsi su una piattaforma in più, rispetto ai già collaudati Twitter o Facebook? «Il nostro obiettivo è restare neutrali rispetto alla politica in sé. La stessa parola "rating" ci fa paura – spiega Walls -. È vero, non possiamo garantire ai politici che non vedranno alcun insulto. Ma diamo due opzioni: uno, lasciare che fraintendimenti o giudizi affrettati si distribuiscano nel web. Due, intervenire e dimostrarsi sicuri, per chiarire i problemi e come si intende affrontarli». I canali di finanziamento sono tre, tutti dalla rete: contenuti sponsorizzati (ad esempio, lobby green che acquistano spazio per promuovere campagne), "freemium" (formula ibrida tra contenuti gratis e a pagamento: elaborazione di statistiche, ricerche, sondaggi....) e crowdfunding, campagna di finanziamento online con un interesse "minimo" riscosso da GovFaces.

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