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Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2014 alle ore 10:02.

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Federica Guidi, nuova titolare del Ministero dello Sviluppo Economico, non è intervenuta di persona agli "Stati Generali dell'Ecosistema Startup Italiano", evento svoltosi ieri a Milano presso la sede di Regione Lombardia. Il Ministro, però, ha voluto inviare un articolato messaggio di sostegno al "movimento" startup italiano, definendo le nuove imprese "un tessuto imprenditoriale che può rappresentare il nuovo made in Italy" e auspicando per l'Italia un ruolo di "hub dell'innovazione" in vista di appuntamenti di vitale importanza come Expo 2015.

Le potenzialità delle startup, ha scritto ancora la Guidi, sono ancora tutte da sfruttare e tale assunto va registrato a un anno dall'approvazione del decreto "Crescita 2.0" e dei successivi provvedimenti attuativi, in primis la norma che consente importanti sgravi fiscali per chi investe in nuove imprese innovative.
Per quanto frastagliato, e di fatto ancora in una fase embrionale, lo scenario italiano delle imprese innovative è fatto anche di incubatori, parchi scientifici e tecnologici e investitori: l'Osservatorio curato dal Politecnico di Milano e da Italia Startup ha calcolato che sono oggi disponibili oltre 200 milioni di euro di capitali di rischio per le startup (da investor istituzionali) e che non mancano aziende di medie e grandi dimensioni pronte ad allocare fondi in direzione delle startup. Ma al mosaico, per dirsi completo, mancano ancora molti tasselli.

Dal decreto Crescita 2.0 alle agevolazioni ancora poco sfruttate
Da Stefano Firpo, Capo della Segreteria Tecnica del Ministero per lo Sviluppo Economico, presente sul palco, è arrivata una precisa e dettagliata analisi sullo stato di avanzamento del progetto startup in seno alle istituzioni. "Dove siamo? La prima fase del quadro normativo – ha detto - è conclusa, manca solo l'ultimo passaggio per rendere esecutiva la legge sugli incentivi fiscali". Ma c'è un baco di fondo: "le decine di strumenti messi a disposizione dal Decreto Crescita 2.0 non sono però conosciuti e utilizzati a sufficienza. Non è noto quanto è stato fatto per rendere più flessibile la corporate governance di una startup innovativa, per rendere più flessibile il contratto di lavoro, per garantire l'accesso al credito bancario (solo 50 le domande andate a buon fine, ndr), per utilizzare le stock option come sgravio fiscale".

C'è una evidente voglia di fare di più che traspare dal segretario del Mise, una voglia di numeri più consistenti su più fronti, dall'internalizzazione, per cui sta lavorando un gruppo ad hoc, alle piattaforme di ethical funding ed equity crowdfunding, dove sono auspicati meno vincoli da parte della Consob. Il dogma che Firpo desidera condividere con gli altri attori dell'universo startup è in sintesi il seguente: "scaricare a terra tutto il potenziale delle agevolazioni della fase 1 è il punto di partenza della fase 2. L'azione del Ministero non è per una nicchia ma è politica industriale per espandere la domanda di innovazione del Paese". Fissando dei paletti alla voce selettività, perché "si deve valorizzare il meglio".

Ecco i punti dove lavorare facendo squadra
E le prospettive future? Intanto dovrebbe essere incoraggiante, secondo Firpo, il fatto che il nuovo Ministro dello Sviluppo Economico farà per la prima volta una relazione in Parlamento sulle startup innovative. Fuori dall'aula di Montecitorio, gli obiettivi che enuncia il segretario sono quelli di "rendere questo ecosistema il più aperto possibile, anche nell'ottica dei visti (entro poche settimane saranno pronte le linee guida e inizieranno a seguire i lavori di costruzione di una piattaforma informatica direttamente gestita dal Mise, ndr) per chi dall'estero vuole dare vita a una startup innovativa in Italia, di spingere l'industria italiana a credere nel processo di innovazione e promuovere la cultura dell'imprenditorialità nelle scuole, frontiera ad oggi completamente inesplorata, di fare più sistema a livello di relazione fra enti pubblici locali e nazionali e associazioni di categoria".

Molta carne al fuoco da cucinare quindi, e all'orizzonte ci sono appuntamenti fondamentali per il sistema Paese (per recuperare credibilità e riprendere a crescere) come il semestre di Presidenza Europeo e l'Expo 2015 e appuntamenti di grande portata come il Global Entrepreneurship Congress. "Abbiamo la grande opportunità – ha chiuso così il suo intervento Firpo - di mettere in vetrina la grande vena di imprenditorialità innovativa italiana. Siamo molto visibili in Europa, abbiamo una buona reputazione per ciò che riguarda le policy di incentivazione per le nuove imprese ma siamo indietro nell'uso dei fondi e nell'assegnazione dei bandi. Serve fare più squadra, collaborare di più e meglio. Lasciando da parte gli individualismi. Abbiamo fatto un esercizio di politica economica seria. L'impegno del Ministero, in tal senso, è assicurato".

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