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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2014 alle ore 15:07.

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Infinity, il servizio di film in streaming e noleggio di Mediaset, è pronto a salire a bordo di Chromecast. La chiavetta di Google è stata lanciata in Italia pochi giorni fa: consente di connettere a internet ogni tv dotata di porta Hdmi. Costa 35 euro e per lanciare un video dal cellulare alla tv dalle app compatibili basta schiacciare sull'icona di trasmissione e il link viene inviato via wifi. A quel punto lo smartphone diventa il telecomando mentre la riproduzione continua.

Chiavette, smart tv, console, Apple tv. La tecnologia c'è. I contenuti? La mossa di Infinity,che Nòva24 è in grado di anticipare, aumenta l'interesse di Chromecast. «A breve lanceremo la nostra app per smartphone. Contiamo che sia compatibile con Chromecast entro l'estate», spiega Chiara Tosato, responsabile di Infinity. Oggi Chromecast tra le app compatibili ha YouTube (che non è più solo video di gattini), i film e la musica di Google Play e altre per la condivisione di file multimediali.

In Italia finalmente sta arrivando una offerta di film online (presto arriverà anche Sky Online, in attesa di Netflix). «Credo sia un processo irreversibile – spiega Tosato – e che l'ampliamento dell'offerta sia anche la migliore risposta alla pirateria. Le major saranno costrette a fare come nella musica».

Già, la musica. Il trauma di Napster (1999) si è interrotto soltanto l'anno scorso con una lieve crescita dei ricavi complessivi trainata da vendita (iTunes) e streaming (Spotify e Deezer).
Lo Spotify del video è stato Popcorn Time: app molto ben disegnata con un catalogo freschissimo. Illegale, è stata chiusa dopo pochi giorni. «Popcorn Time è stato un crudele scherzo su un futuro che non realizzeremo in tempi brevi», ha scritto il columnist Farhad Manjoo sul New York Times.

Il punto è che il cinema è in una posizione di forza maggiore rispetto alla musica: nel 2013 i ricavi di Hollywood da box office sono stati in lieve crescita a 35,9 miliardi di dollari (dati Mpaa), mentre negli Usa l'home entertainment è cresciuto dello 0,7% a 18,22 miliardi di dollari: vendita, noleggio e soprattutto streaming stanno compensando il calo dei dvd (dati Digital Entertainment Group).

La mutazione sarà dunque più lenta e diversa nelle forme: il prossimo futuro sarà ancora una torta composta da diverse offerte e device. Il nodo è rappresentato dalle licenze: quando un film esce dalle sale ha diverse finestre temporali cui corrisponde il diritto di andare su pay tv, noleggio e così via. In Italia non esistono norme a riguardo, si tratta di una consuetudine definita dalle major. Fatto sta che le pay tv sono avvantaggiate rispetto allo streaming: succede anche negli Usa, dove Netflix ha un catalogo ampio ma datato, anche se ha già le prime serie tv prodotte in esclusiva e in generale offre le serie tv con un solo anno di ritardo.

«Sulle finestre, però, ogni distributore conserva una sua autonomia – sottolinea Chiara Tosato –. In particolare, quelli europei sono più flessibili. Nel nostro caso abbiamo offerto in anteprima su Infinity "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino e "Sole a catinelle" con Checco Zalone" (entrambi film Medusa, controllata da Mediaset, ndr). Altri casi esistono in Inghilterra e altri Paesi». Mediaset ha anche l'offerta Premium: «I due cataloghi coincidono in maniera microscopica, inoltre Premium punta molto sullo sport che su Infinity non c'è. Internet ci permette di lavorare sulle nicchie e sull'ampliezza del catalogo non avendo problemi di spazio».

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