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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2014 alle ore 17:56.
L'ultima modifica è del 15 aprile 2014 alle ore 21:19.

Si chiama IndependenceKey, l'ha creata, la produce e la vende un'azienda, Quantec, con sede a Chiasso. E si rivolge a un'ampia schiera di possibili utenti business, dagli avvocati ai commercialisti per arrivare al mondo delle aziende, di tutte le dimensioni e di quelle del settore finanziario in particolare. Oggi questa soluzione, all'apparenza una comune chiavetta Usb anche in termini dimensionali, debutta ufficialmente in Italia, dove in realtà è disponibile (come in altri 20 Paesi) da circa sei mesi.
Di cosa si tratta? Di un dispositivo crittografico portatile unico al mondo, dicono i diretti interessati, la cui peculiarità è quella di garantire totale sicurezza e riservatezza per lo scambio e la condivisione di documenti riservati, Il suo plus dichiarato? L'estrema flessibilità d'uso delle funzioni di cui è dotato, e cioè criptazione automatica e trasparente di file, directory e dischi - presenti sul computer, all'interno di servizi cloud come DropBox (o quelli di Google e Microsoft) o su supporti rimovibili - e protezione garantita delle telefonate effettuate via Internet da pc (via Skype e simili) e da smartphone (in futuro).
Come funziona
La protezione dei dati attraverso IndependenceKey avviene tramite una procedura tutto sommato semplice. Dopo aver inserito nel computer il dispositivo e scaricato gli appositi driver software, con il tasto destro del mouse si identificano le risorse da proteggere (file .doc. pdf e di altro genere e tipo) e gli utenti con i quali condividerle. Da quel momento si continua a lavorare direttamente sulle risorse criptate senza modificare il proprio sistema di lavoro. Senza la chiavetta, i dati così protetti risultano invisibili o illeggibili. Idem dicasi per le comunicazioni voce condotte via protocollo Ip servendosi di cuffie Usb, comunicazioni che vengono cifrate e rese del tutto inaccessibili a chi non è autorizzato.
Detto dell'operatività spiccia del supporto, vi sono altre doti che eleggono IndependenceKey a prodotto unico (o quasi) nel suo genere. Per esempio la possibilità di effettuare il backup delle chiavi crittografiche della propria chiavetta e di ripristinarle su una nuova nell'eventualità che questa venga smarrita o rubata.
Assai pratica è inoltre la porta Usb posteriore del dispositivo, nella quale si possono inserire (e quindi crittografare e rendere sicuri) apparecchi di storage esterni quali le comuni chiavette Usb o i classici dischi rimovibili.
Perchè è innovativo
Massimo Castelli, Presidente di Quantec, definisce IndependenceKey «una formidabile arma di difesa per chi non intende rinunciare al proprio fondamentale diritto alla privacy». Ma come nasce questo prodotto, il cui sviluppo è durato circa 18 mesi? A colloquio in anteprima con il Sole24ore.com proprio Castelli ci spiega come la soluzione abbia avuto il la grazie alla disponibilità di una nuova generazione di processori di Texas Instruments. «Sulla chiavetta – questo il dettaglio – ci sono due chip, uno per la crittografia standard fino a 256 bit e un secondo che svolge la funzione di riconoscimento sincrono dei protocolli per l'interazione del supporto con altri device».
Dove sta il salto in avanti rispetto a prodotti di encryption già presenti sul mercato? La risposta è, se vogliamo, una questione di misure. «Il nostro – sottolinea infatti Castelli – è un prodotto di sicurezza orizzontale che assicura una cifratura hardware dei dati oggi disponibile solo su sistemi particolarmente complessi. In poche parole è un micro server pronto all'uso, che offre l'importante vantaggio di non scambiare la chiave di cifratura fra i due utenti perchè le chiavi si associano a distanza per la condivisione dei file critici. É infine una soluzione ad altissime prestazioni, tanto da poter crittografare una sessione di streaming video senza gravarla di alcun tempo di latenza».
Le novità future e chi lo usa
Lo sviluppo di IndependenceKey non si è comunque fermato alla versione che ne segna il lancio ufficiale sul mercato italiano. «Nel 2014 – conferma in proposito Castelli – affineremo le interfacce Wi-Fi e Bluetooth 4.0 per rendere la soluzione compatibile con smartphone e tablet a piattaforma Android e iOs (l'interoperabilità con Windows Phone è di fatto già completata, ndr) e abbiamo allo studio un modello dotato di batteria che si affiancherà all'attuale, alimentato con la porta Usb del pc».
Nel frattempo in commercio c'è la prima versione del prodotto, venduto sul mercato aziendale a 250 euro (Iva esclusa). «In Italia – ci confida Castelli – abbiamo già un migliaio di clienti e diverse decine di grandi aziende, anche all'estero lo stanno testando». Presto lo vedremo proposto anche a scaffale per l'utenza privata.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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