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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2014 alle ore 17:03.

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I rumor sono di ieri e recitavano quanto segue: dopo la tregua sottoscritta con Google, la casa di Cupertino è intenzionata a trovare un accordo extra giudiziale con l'acerrima rivale in campo smartphone e tablet. Notizia, quella della pace fra Apple e Samsung, più volte rimbalzata sui media tecnologici e non in questi ultimi 18 mesi.

E le ultime indiscrezioni pubblicate ieri dal Korea Times andavano proprio nella direzione di un nuovo tentativo di tornare presto al tavolo delle trattative per siglare un'intesa amichevole volta a chiudere, definitivamente, la guerra dei brevetti. Una guerra che ancora oggi vede una ventina di cause in corso in tutto il mondo e fra queste la più nota è quella andata in scena presso la Corte distrettuale di San Josè, in California, il tribunale che ha deciso nell'agosto di due anni fa la storica multa da un miliardo di dollari ai danni del chaebol asiatico.

Il verdetto di San Jose
A inizio maggio, proprio la Corte presieduta dal giudice Lucy Koh ha forse dato il là all'idea della pace forzata fra le due aziende, emettendo un verdetto che imputa a Samsung la colpa di aver copiato da Apple (il Galaxy S3 uno dei terminali riconosciuto come colpevole) il meccanismo "slite-to-unlock" per attivare il dispositivo e le tecnologie che rilevano i dati nel testo scritto creando hyperlink attivi ma scagiona l'azienda coreana dall'aver violato il brevetto per la sincronizzazione dei dati e la ricerca universale.

L'ammenda per Samsung è così scesa nell'ordine dei 120 milioni di dollari, contro i 2,2 miliardi richiesti da Apple, e dall'ultimo iter processuale è quindi anche emersa un'ammenda per la società della Mela, che dovrà risarcire la nemica coreana con 158.400 dollari (contro i 6,2 milioni richiesti) per aver a sua volta utilizzato illegalmente il brevetto per l'organizzazione delle foto in cartelle. L'ipotesi di armistizio avanzata dal magazine coreano, caldeggiata ancora una volta dai giudici, sembrava quindi realistica e anche vari esperti in materia di diritto brevettuale (a cominciare da Florian Mueller del noto blog FOSS Patents) si sono detti subito ottimisti circa un possibile accordo da perfezionarsi entro l'estate, sotto forma di un pagamento una tantum di Samsung a favore di Apple.

Tentativi di accordo falliti
In realtà l'idea di una pace da concretizzare nei prossimi mesi è morta sul nascere ed è durata lo spazio di 24 ore. Entrambe le aziende hanno infatti già comunicato alla U.S. District Court del Northern District of California, il tribunale presieduto dal giudice Koh, che i tentativi d'accordo sono falliti, rimandando alla decisione dei giurati la risoluzione della disputa legale. Niente stretta di mano dunque, e niente tregua bis a pochi giorni dall'accordo siglato fra Apple e Google pochi giorni fa. Troppo distante le parti, a quanto pare, e poco produttive, evidentemente, le trattative iniziate il 5 maggio scorso, subito dopo la multa da oltre 100 milioni affibbiata alla società asiatica.

I bene informati sulla vicenda spiegano il fallimento dell'operazione di disgelo con l'atteggiamento scettico di Apple nei confronti della dirigenza di Samsung, poco intenzionata secondo Cupertino ad interrompere la violazione della proprietà intellettuale e a pagare un indennizzo per risolvere la disputa, e con la scarsa convinzione del gigante coreano nel digerire l'idea di dover utilizzare in licenza i brevetti della rivale. Punto e a capo, insomma. In attesa della prossima mossa.

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