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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2014 alle ore 10:29.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 13:18.

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Se un colosso mondiale della tecnologia si mettesse in testa di realizzare una smart bike, in quale Paese andrebbe a costruirla? In Italia, ovviamente. Anche se ormai la produzione dei telai ha preso la strada del Far East, la nostra tradizione di manifattura ciclistica non conosce rivali. E così quando il gigante Samsung ha deciso di cavalcare il trend della bicicletta è venuto a cercare un telaista italiano.

L'occasione è stata la Maestros Academy, la piattaforma digitale creata dall'azienda coreana che mette in contatto maestri artigiani con giovani allievi, con l'obiettivo di formare una nuova generazione di eccellenze. E proprio dalla collaborazione del maestro Giovanni Pelizzoli, fondatore di Ciocc e telaista per corridori del calibro di Gianni Bugno, Richard Virenque e Ivan Gotti, con una delle sue allieve, Alice Biotti, è nata la futuristica SmartBike di Samsung, pensata per accompagnare il ciclista su ogni genere di percorso e garantirgli il massimo della sicurezza grazie al supporto di alcune dotazioni hi-tech.

Prima di analizzare le tecnologie incorporate nella bicicletta, vale la pena osservare le caratteristiche del telaio in alluminio, materiale prediletto da Pelizzoli. Il triangolo principale, i pendenti e il carro posteriore, sono caratterizzati da tubi curvi che hanno la funzione di neutralizzare la maggior parte delle vibrazioni provenienti dalla strada e responsabili di affaticamento e dolori alla schiena, al collo e alle spalle. Visto che la sicurezza è la mission principale della Smart Bike il freno anteriore non poteva che essere il più affidabile disponibile sul mercato, quello a disco. Sul posteriore, invece, potrebbe essercene uno a contropedale, almeno questo è quello che si può dedurre dalle prime immagini che sono state scattate alla bicicletta durante la scorsa Design Week milanese.

La piastra che insiste sul piantone del telaio per allungarsi sui pendenti è la sede della Rear View Camera, una videocamera deputata alla ripresa di tutto quel che accade alle spalle del ciclista (sulla falsariga di quel che succede nelle automobili di ultima generazione quando si ingrana la retromarcia). Le immagini vengono mostrate in tempo reale sullo smartphone che, attraverso un'app dedicata e bloccato sul manubrio della bicicletta, è il centro nevralgico di tutte le tecnologie della bici. La Rear View Camera è utile soprattutto nel caso di svolte o cambi di corsia, ma anche per controllare la situazione sulla strada e l'arrivo di eventuali moto e scooter. Questo sistema funziona grazie a bluetooth, wi-fi e scheda Arduino di cui la Smart Bike è dotata (il tutto si trova nello scatolotto sistemato sotto il movimento centrale). Se questa novità è davvero qualcosa che a bordo di una bicicletta non s'era mai vista, il doppio proiettore laser, anteriore e posteriore, che disegna sull'asfalto una pista ciclabile virtuale, invece, è lo sviluppo di uno strumento già in commercio da qualche anno. In questo caso, però, il sistema è incorporato nel telaio e, soprattutto, grazie a dei sensori simili a quelli dei telefonini, capisce da solo quando è il momento di accendere i proiettori in base alle condizioni di luminosità.

A bordo della Smart Bike si trova anche un modulo gps in grado di effettuare un tracking passivo dei percorsi, per suggerire alle autorità municipali (almeno quelle in grado di recepire dati di questo genere) i tratti di strada più critici. Nei piani dei progettisti questo sarebbe uno strumento utile per individuare i percorsi ciclabili da realizzare più urgentemente, anche se è abbastanza difficile considerarla una prospettica concreta, almeno in Italia. Anche la famosa Copenaghen Wheel, sviluppata dal Mit di Boston a partire da un'idea dell'italiano Carlo Ratti, prevede un sistema di comunicazione con la municipalità locale, con la differenza che i tecnici di Boston si sono concentrati sulle informazioni relative all'inquinamento acustico e atmosferico.

La Smart Bike di Samsung sfrutta la tecnologia gps anche in chiave social: grazie alla possibilità di localizzare le bici, infatti, i loro proprietari potranno sfruttare la funzione SmartBike Group per trovare compagni di viaggio nelle ore più pericolose ed evitare di pedalare da soli. E il gps funziona anche come antifurto automatico: nel caso in cui la bicicletta viene spostata dal punto in cui è stata parcheggiata, il proprietario ne viene immediatamente informato attraverso il proprio smartphone.

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