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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2014 alle ore 09:52.
L'ultima modifica è del 23 giugno 2014 alle ore 09:54.

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A partire dal prossimo anno accademico i laureati potranno scegliere di specializzarsi nella progettazione di videogames, nasce una formazione sia per i futuri games designer sia per i games programmer. Un percorso per la laurea magistrale in informatica offerto dall'Università degli Studi di Milano, pensato e voluto dalla dottoressa Laura Anna Ripamonti e dal dottor Dario Maggiorini, docenti di riferimento.

Una specializzazione che sposa le esigenze di un mercato, quello videoludico, che anche in Italia sta conoscendo una costante crescita sia nei numeri sia nell'interesse degli sviluppatori, accentuata anche dalla larga diffusione di dispositivi mobili. Manca però una preparazione specifica che possa contribuire allo sviluppo della produzione italiana ed è proprio in questa direzione che si snoda il percorso: verranno impartite nozioni concettuali, metodologiche e progettuali per lo sviluppo di software dagli elevati livelli di innovazione e complessità.

Tutto ha origine da un singolo corso iniziato nel 2010, somministrato agli studenti di informatica, tenendo fede alle logiche dell'industria videoludica: gli studenti che lo hanno seguito e hanno presentato una tesi di laurea inerente ai videogiochi sono oggi impiegati, in due casi su tre, in aziende del settore in Italia o all'estero. La dottoressa Anna Laura Ripamonti e il dottor Maggiorini hanno quindi pensato di proporre un percorso universitario focalizzato sul mondo del videogiochi.

"Nel corso degli anni abbiamo consolidato un rapporto molto stretto con le aziende del settore" – dice la dottoressa Ripamonti a "Il Sole 24 Ore.com" – "abbiamo ricevuto l'endorsement di Ubisoft che ritiene valida la formazione offerta". Il laboratorio dell'Ateneo ha già consegnato alla multinazionale francese due giovani programmatori che sono stati inseriti nel team di sviluppo di Watch Dogs, attualmente sugli scaffali, che narra le gesta dell'hacker Aiden Pearce.

Il mercato dei videogiochi in Italia
A dicembre 2013 i giocatori italiani erano 21 milioni, un quarto dei quali (5,4 milioni) prediligevano i tablet; questi numeri ci situano al nono posto al mondo in termini di ritorni economici per le softwarehouse le quali, a livello globale, raggiungeranno entro il 2016 la cifra d'affari di 86,1 miliardi di dollari con un tasso di crescita totale del 6,7%. Percentuale che, sviscerata, contiene numeri ancora più indicativi, sospinti dai dispositivi mobili, i cui mercati conosceranno un'impennata del 20% per gli smartphone e del 50% per i tablet.

A luglio porte aperte: workshop, stand interattivi e prototipi
Il primo luglio l'Università degli Studi di Milano ospiterà l'evento New Game designer 2014 completamente dedicato ai videogames: contest, mostre, speed dating con aziende del settore. Sarà anche occasione per godere le demo e i prototipi di videogioco creati dagli studenti della Statale e da quelli del Politecnico. Se Ubisoft guarda con interesse al corso di laurea, sono molte le softwarehouse che presenzieranno all'incontro promosso da Pong, il laboratorio di ricerca sui videogiochi della Statale di Milano e da Aesvi (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani).

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