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Manca l'accordo e l'Ecofin rinvia la stretta sugli hedge fund

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16 marzo 2010

I ministri dell'Economia della Ue hanno deciso di rinviare la decisione sulle nuove regole per gli hedge fund, i fondi di private equity e gli altri fondi di investimento alternativi. L'argomento, all'ordine del giorno della riunione dell'Ecofin che si è tenuta oggi a Bruxelles, è stato posposto perché i 27 ministri non sono riusciti a trovare un accordo.

Secondo la portavoce del Consiglio Ue, Cristin Gallach, «la questione è stata eliminata dal tavolo dei ministri per essere approfondita: c'è bisogno di avere un sostegno più ampio possibile». Ne discuterà ancora l'Ecofin in una prossima riunione «durante la presidenza spagnola», dunque entro il primo semestre dell'anno. L'obiettivo (fallito) della riunione di oggi era trovare un accordo politico sufficiente per avviare i negoziati con l'Europarlamento che ha potere di codecisione. Si puntava ad un'intesa a maggioranza qualificata, non potendo contare sul voto favorevole della Gran Bretagna. Il «no» pesa, su una materia così delicata.


I motivi di disaccordo
Al centro dello scontro le regole per i gestori (europei e no) di hedge fund con sede non nella Ue ma in altre piazze (comprese quelle offshore), settore in cui gli interessi britannici sono enormi ospitando Londra gran parte dei fondi di questo tipo. Per il Regno Unito è fondamentale il riconoscimento del 'passaporto europeo', la possibilità - cioè - che l'autorizzazione in un solo paese permetta la commercializzazione dei fondi in tutta la Ue. L'idea prevalente all'Ecofin è di prevedere il passaporto solo per i gestori europei. Su questo si era aperto il conflitto con gli Stati Uniti che hanno accusato la Ue di protezionismo.

Tremonti: il rinvio è una decisione realistica
Il ministro italiano dell'Economia, Giulio Tremonti, ha definito il rinvio una decisione «realistica» da parte dell'Ecofin, visto che tra i 27 «non c'è sufficiente coesione».
«La cosa importante - ha detto - è che la macchina sia sia messa in movimento. Questo è molto importante, perché fino a qualche anno fa una discussione del genere con il Regno Unito era impensabile. È chiaro - ha aggiunto Tremonti - che non è semplice mettere insieme posizioni che sono state radicalmente diverse e che ora vanno via via convergendo».

Barnier: entro giugno metteremo ordine in un mercato selvaggio
Per il commissario al mercato interno, Michel Barnier, la discussione sulla proposta di direttiva su hedge fund e private equity è solo rimandata, perché entro giugno l'Unione vuole nuove regole per mettere ordine in un mercato oggi selvaggio. «Il problema degli hedge fund - ha affermato il commissario - è molto importante, rappresentano la metà di tutte le transazioni, ed è un settore che oggi non ha regole né trasparenza», ha detto Barnier. Per evitare quindi rischi sistemici e per non mettere in pericolo la competitività della Ue, che deve basarsi su mercati sani, Bruxelles ha l'obbligo di arrivare a delle regole nuove, ha spiegato. «Non ho pressioni da nessuno, né da Londra né da Parigi né da New York», ha poi precisato Barnier. «Ci daremo da fare e prima dell'estate arriveremo, assieme al Parlamento, ad approvare una normativa su hedge fund e private equity».

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16 marzo 2010
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