Le cose non sono così semplici come molte agenzie, nell'immediata pubblicazione dei dati di bilancio, sembravano indicare. «First quarter results push share higher». Tradotto: i risultati spingono le azioni più in alto. Un mantra, ripetuto più e più volte, che a molti suonava un po' stonato. Certo, i conti di Goldman Sachs, nel primo trimestre 2010, sono più che positivi. Ma la deflagrazione, causata prima dalla cannonata della Sec venerdì scorso e poi dalla formalizzazione oggi di un'altra indagine da parte della Fsa (la Consob inglese), ha causato indubbi problemi sul sancta sanctorum della finanza mondiale. E lo stesso andamento del titolo in Borsa è li a testimoniarlo. Wall Street, in un primo momento ha brindato ai numeri di bilancio; poi ha invertito la rotta e ha penalizzato il titolo che ha chiuso in ribasso e in controtendenza all'S&P500. Il segnale di nervosimo sul titolo inequivocabile.

Il nervosimo del mercato su Goldman
Lo confermano anche i volumi, così come riportati dal Dow Jones. Solo nelle prime due ore di contrattazioni di oggi sono passate di mano più di 11,8 milioni di azioni, cioè circa tre quarti del valore medio di scambi sul titolo di un'intera giornata. Ieri Goldman ha visto ben 54 milioni di suoi titoli oggetti di compra-vendita, mentre venerdì scorso, quando è arrivata la notizia dell'apertura dell'inchiesta della Security exchange commission, i titoli scambiati sono stati più di 102 milioni. In quella seduta il titolo di Goldman aveva perso il 13%, mentre ieri -anche sulla notiazia che la Sec aveva deciso di avviare il procedimento a maggioranza (tre consiglieri contro due) - ha chiuso con un rialzo poco sopra al punto percentuale. Insomma, non si può dissolvere come cenere al vento il dubbio che le due indagini hanno insinuato sulla banca.

L'accusa della Fsa inglese
Anche perché, dopo la «bancarotta morale» tirata in ballo dal Premier Gordon Brown, c'è stata oggi la formalizzazione dell'indagine della Fsa (la Consob inglese) e il ministro del Tesoro britannico Alistair Darling ha parlato di accuse «molto gravi» e «ramificazioni enormi». Superfluo sottolineare che il clima politico surriscaldato dalle imminenti elezioni inglesi non gioca a favore di Goldman. Senza dimenticare poi che la stessa Cesr, la commissione che riunisce a livello europeo le varie authority di mercato, ha affermato «di stare lavorando al caso». Insomma, gli organi di controllo sembrano aver annusato la preda. Che poi, il tutto possa anche risolversi in un nulla di fatto è nelle cose della (alta) finanza. «Non abbiamo mai ingannato intenzionalmente qualcuno -ha detto Greg Palm, Co-General Consuel di Goldman Sachs - e, in ogni caso, non potremmo condonare comportamenti inappropriati». La parola, adesso, passerà almeno negli Stati Uniti alle aule di tribunale, con quella Barbara S.Jones che, cinque anni or sono, condannò Bernard Ebbers a 25 anni di carcere per lo scandalo Worldcom.

I risultati di bilancio
Al di là degli aspetti giudiziari, oggi è stata comunque anche la giornata dei conti. Numeri che hanno confermato Goldman incredibile macchina da utili. I ricavi netti sono saliti a 12,77 miliardi, in rialzo del 36% rispetto allo stesso periodo delo scorso anno. Gli utili, dal canto loro, sono più che raddoppiati: al 31 marzo scorso erano 3,296 miliardi contro 1,659 di un anno prima. L'earning per share si è fissato a quota 5,59 dollari contro il 3,39 di fine marzo 2009, con un balzo 65% oltre le stime degli analisti. I numeri, a ben vedere, non sono però così buoni trimestre su trimestre. Rispetto all'ultimo quarter del 2009, i ricavi rimangono in crescita ( + 33%) ma i profitti netti calano del 31%, da quota 4,787 miliardi raggiunta al 31 dicembre 2009.

La trimestrale è stata, comunque, trainata dai risultati realizzati nel trading sul mercato del reddito fisso, sul monetario e sulle materie prime: la divisione ha riportato un incremento del 13% sul primo trimestre 2009 dei ricavi netti a 7,39 miliardi di dollari. Nel complesso, la divisione Trading e Principal Investiments ha ottenuto ricavi netti per 10,25 miliardi di dollari (+43%). Mentre l'investment banking ha segnato +44% a 1,18 miliardi. Il margine di interesse é sceso a 3 miliardi da 4,3 miliardi. Complessivamente i ricavi netti salgono a 12,7 miliardi da 9,425 miliardi del marzo 2009 con un incremento del 36 per cento.


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