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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2011 alle ore 08:20.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2011 alle ore 09:25.

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Rispetto ai liquidatori delle Cayman, ben più solerti si dimostrano le autorità di vigilanza italiane. Il 9 aprile 2009, la Consob decide di commissariare la Igm, «per grave mancanza di diligenza e correttezza nella gestione di fondi comuni di investimento mobiliari aperti». Il successivo 31 luglio, il ministero del l'Economia revoca l'autorizzazione all'esercizio alla Helm Finance, mettendola direttamente in liquidazione coatta. «Evidentemente Helm non aveva più ragione di esistere e quindi era inutile tentare di mantenerla in vita attraverso un commissariamento», ci spiega una persona che si è occupata della vicenda. Ecco invece la spiegazione ufficiale: «Il provvedimento è stato assunto a seguito di accertamenti ispettivi condotti dalla Consob, anche su richiesta della Banca d'Italia, che hanno posto in luce la sussistenza di violazioni normative e irregolarità nell'amministrazione di eccezionale gravità, in un contesto gestionale e organizzativo del tutto inadeguato ad assicurare la regolare permanenza dell'intermediario sul mercato».

Il Sole 24 Ore ha scoperto che nell'ottobre 2008 Igm aveva comunicato a Helm di avere disponibile solo parte del capitale che aveva deciso di veicolare nei fondi Dynamic e che necessitava di tempo per disinvestire da altri strumenti finanziari per avere il resto. Ma pur di chiudere l'operazione subito e in un'unica tranche, Helm aveva fatto un'offerta piuttosto insolita. Ecco cosa si legge in una e-mail inviata il 29 ottobre 2008 da Helm a Igm agli atti della procedura di liquidazione: «Al fine di venirvi incontro... potremmo sottoscrivere noi quote del fondo Helm Growth Premium... e cedervele il 6 novembre pv... Ciò vi permetterebbe... di entrare nel fondo ad inizio novembre con tutto l'ammontare che avevate previsto». Oltre che a Igm, l'email è arrivata in copia ad Alessandro Rombelli, amministratore e principale azionista di Helm, e ad Alberto Micalizzi.

Tra gli atti della procedura di liquidazione di Igm, Il Sole 24 Ore ha trovato anche un parere legale chiesto dal liquidatore di Igm all'avvocato Matteo Rescigno. Sulle responsabilità di Helm, in quel parere si legge: «Non vi è alcun dubbio che Helm sia la principale responsabile dei danni subiti da Igm e dai clienti in gestione individuale. Infatti dalla documentazione emerge chiaramente una conoscenza diretta di Helm del fatto che l'obiettivo della suddetta struttura, nella cui organizzazione la stessa ha avuto un ruolo attivo, fosse quello di collocare in Italia un fondo la cui commercializzazione non sarebbe, diversamente, mai stata autorizzata dagli organi preposti, stante la scarsa trasparenza nei controlli e nella organizzazione. Ed ugualmente Helm era sicuramente a conoscenza del fatto che l'investimento avesse come unico attivo solamente quote del fondo master».

Aggiornamenti del 13 marzo 2018 e del 13 luglio 2022, qui riepilogati l’8 settembre 2023:
1) Il procedimento penale per truffa aggravata, nei confronti di Alberto Micalizzi, avente ad oggetto la gestione dei fondi inglesi Dynamic Decisions, già pendente davanti alla Procura di Milano, che ne aveva chiesto il rinvio a giudizio, si è definito con sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, pronunciata in data 7 novembre 2017 dal Gup, Dott. Fanales.
2) In data 21 aprile 2022 la Corte di Cassazione ha prosciolto definitivamente il dott. Alberto Micalizzi anche dall’accusa residua di associazione per delinquere.

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