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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2011 alle ore 08:06.
L'ultima modifica è del 16 novembre 2011 alle ore 07:33.

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Alberto Micalizzi (Imagoeconomica)Alberto Micalizzi (Imagoeconomica)

Quelle di Bernard Madoff e di Alberto Micalizzi sono state due storie straordinariamente parallele. Avevano creato un meccanismo di fondo master alimentato da sotto-fondi feeder finanziati da alcune delle più prestigiose banche del mondo.

Si vantavano di aver superato illesi l'estate nera del 2008. Entrambi sono franati nel dicembre 2008, e si è scoperto che, nel più classico Schema Ponzi, avevano pagato i primi investitori con i soldi dei secondi.
Nella primavera del 2009 le loro strade si erano però divise: Madoff ha preso la via della galera, dove è andato a scontare 148 anni, e Micalizzi quella della Bocconi, dove ha rioccupato a tempo pieno il posto di ricercatore che aveva. Ma ieri, ufficiali del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano hanno perquisito abitazione e uffici del ricercatore milanese su decreto del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e del pm Tiziana Siciliano. E si è scoperto che Micalizzi è indagato per associazione a delinquere al fine di commettere truffe aggravate. Che le strade tornino a convergere? Si vedrà. Certo è che la Bocconi ieri gli ha chiesto di sospendersi in attesa di chiarimenti. E che lui ha acconsentito.

Alberto Micalizzi insegna finanza. Dovrebbe quindi sapere che quella dei fondi da lui creati e finiti nel 2009 con un buco da circa mezzo miliardo di dollari, è una storia veramente esemplare. Da insegnare a tutti i suoi allievi. Invece, né lui né nessun altro l'ha mai ricostruita in modo completo. Per questo Il Sole 24 Ore ha deciso di farlo.
L'avventura dei fondi Dynamic Decisions, era nata nel 2005 sotto i migliori auspici. Anche perché quello del loro fondatore e amministratore era un pedigrée difficile da eguagliare. Laurea con lode alla Bocconi, PhD in finanza presso l'Imperial College dell'Università di Londra, declamato autore di un modello di gestione, Growth Premium Analysis, già sperimentato da altri fondi di cui era stato advisor e docente di Finanza alla Bocconi. Invece, l'avventura è finita male. Anzi malissimo.
Con la liquidazione dei fondi da parte del tribunale delle isole Grand Cayman nella primavera del 2009. E gli investitori, stranieri e italiani, con un pugno di mosche.

Ma nessuno finora aveva capito come e perché. Né tantomeno si era immaginato quello che adesso ipotizza la Procura di Milano, e cioè che dietro al collasso di quei fondi potesse nascondersi una truffa, che non ha nulla a che vedere con la sua attività di docente alla Bocconi.
Ma cominciamo... dalla fine. E cioè rispondendo alla domanda che dall'annuncio del crack di quei fondi si sono posti tutti: dove sono finiti i 550 milioni di dollari che fino al febbraio 2009 Dynamic Decisions dichiarava nel portafoglio gestionale? Avremmo voluto chiedere questo e molto altro allo stesso Micalizzi, ma forse perché distratto dalle perquisizioni dei finanzieri, ieri non ha mai risposto al cellulare.

Aggiornamenti del 13 marzo 2018 e del 13 luglio 2022, qui riepilogati l’8 settembre 2023:
1) Il procedimento penale per truffa aggravata, nei confronti di Alberto Micalizzi, avente ad oggetto la gestione dei fondi inglesi Dynamic Decisions, già pendente davanti alla Procura di Milano, che ne aveva chiesto il rinvio a giudizio, si è definito con sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, pronunciata in data 7 novembre 2017 dal Gup, Dott. Fanales.
2) In data 21 aprile 2022 la Corte di Cassazione ha prosciolto definitivamente il dott. Alberto Micalizzi anche dall’accusa residua di associazione per delinquere.

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