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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2012 alle ore 06:39.

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A tal proposito, è molto importante l'azione svolta dall'Italia per inserire prima nel Six Pack poi nel fiscal compact il riferimento al debito complessivo di ogni Paese (pubblico+privato), ai fini della sostenibilità finanziaria nel lungo periodo. Tuttavia, le incertezze, le incoerenze e gli errori del processo decisionale del Consiglio Europeo mantengono il sistema in tensione e possono contribuire a nuove manifestazioni di rischio sistemico.
In questa situazione, conviene cambiare strategia, affrontando il punto di debolezza della situazione in Italia: l'elevato e ancora crescente rapporto fra debito e Pil. E, di conseguenza, cambiare politica economica.
Essendo stato riconosciuto da più parti che la responsabilità delle attuali difficoltà sintetizzate dallo spread italiano è per quasi 3/5 da attribuire a carenze di disegno e di impianto europeo e solo per 2/5 a variabili fondamentali interne. Nel perdurare di una mancanza di scelte coerenti, determinate ed efficaci a livello europeo, l'Italia deve avviare un processo di abbattimento del debito contando sulle proprie forze.
Perché occorre ridurre il debito
Il sistema Paese Italia è assimilabile a un'azienda in crisi gravata da un debito insostenibile che per essere risanata necessita di 3 interventi urgenti:
e riposizionamento strategico per riguadagnare competitività sui mercati (riforme strutturali);
r riduzione dei costi di gestione ed efficientamento della spesa (spending review);
t 3. abbattimento del debito (cessioni e privatizzazioni).
L'agenda del governo Monti fino ad oggi si è concentrata quasi esclusivamente sui primi 2 punti, per altro con misure inadeguate, senza intervenire in modo incisivo sul fronte del debito, ciò che comporta anche consistenti liberalizzazioni e privatizzazioni. Ciò è diventata una necessità.
In sintesi, è fondamentale abbattere il debito per rimuovere il principale freno alla crescita del Paese. Parlare di crescita senza parlare di riduzione del debito è utopistico, mentre è vero esattamente il contrario: il più efficace intervento che il governo può oggi varare a favore della crescita è proprio la riduzione del debito pubblico attraverso operazioni di cessioni e privatizzazioni, avviando così un'inversione a 180 gradi della politica economica.
La politica economica del governo Monti
Gli impegni assunti dal governo Monti nel Documento di economia e finanza 2012 (Def 2012), approvato dal Consiglio dei ministri del 18 aprile 2012, e la conseguente politica economica può essere sintetizzata nei seguenti 3 punti:

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