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Questo articolo è stato pubblicato il 02 gennaio 2013 alle ore 07:05.

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Ma i politici sardi, quando vogliono, sanno essere creativi. E per non essere intralciati da tecnocrati riottosi, prima hanno promosso dirigenti sul campo (dunque senza concorso) una trentina di funzionari, poi hanno richiamato in servizio i vecchi dirigenti in pensione con contratti rinnovabili di 12 mesi. «Un modo per renderli ancor più malleabili», dice Tiziana Zucca, segretaria del sindacato isolano dei dirigenti. Una duttilità ripagata con il 40% in più dei loro omologhi in servizio, oltre naturalmente alla pensione. Così Adamo Pili è stato dichiarato abile e arruolato alla direzione centrale dell'Agenzia Sardegna promozione. E Marilinda Carta strappata alla quiescenza per servire alla direzione generale Enti locali. Ci sono pure le corsie preferenziali per gli amici del governatore. L'ingegner Gabriele Asunis, dirigente ed ex assessore tecnico all'Urbanistica, coinvolto con Cappellacci nell'affare eolico, è stato paracadutato con un contratto blindato di cinque anni alla direzione della "Programmazione unitaria", che si somma allo storico ufficio alla programmazione.
Il momento è grave, e l'astuzia dei settantenni può rivelarsi preziosa. Il rito sardo ha spianato la strada a Efisio Floris, classe 1940, cugino dell'assessore regionale Mariolino, prorogato di sei mesi in sei mesi dal 2010 con il ruolo di commissario straordinario di Agris, l'agenzia di ricerca agricola. Nel giro di un anno i dipendenti di Agris sono passati da 563 a 930. Vana l'attesa che si nominasse un direttore generale "con procedura a evidenza pubblica" e, a differenza di Floris, competente in materia. Mattatoio Sardegna non vìola mai il suo codice non scritto.

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