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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2011 alle ore 12:16.

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Fabio Novembre per Driade, poltrona «Nemo», 2010 © Settimio BenedusiFabio Novembre per Driade, poltrona «Nemo», 2010 © Settimio Benedusi

Lapo Elkann, presidente e fondatore di LA Holding, Italia Independent, Independent Ideas, New York ~ Un grande statista inglese diceva «se apriamo una battaglia fra il passato e il presente, ci accorgeremo che abbiamo perso il futuro». Possiamo immaginare una miglior definizione per il design?

Job Smeets, designer di Studio Job, Antwerp ~ Che cazzo ci faccio qui?

Matteo Ragni, designer, Milano ~ In che modo noi designer possiamo mantenere il nostro ruolo di imprescindibili attori nello scenario attuale?

Francesca Lavazza, Corporate image director Lavazza, Torino ~ Quello che progettiamo ci definisce, ma con questo è possibile progettare la propria personalità? Non è forse vero che anche noi siamo parte di un progetto più grande di noi? Da dove nasce l'istinto di modificare ciò che ci circonda?

Gentucca Bini, stilista, Milano ~ La progettualità è un codice di gestione e programmazione che sta alla base di tutto, i cui termini sono immutabili e immutati. Ma oggi un oggetto è il risultato della progettualità o la progettualità è la giustificazione per un oggetto?

Ora-Ito, designer, Parigi ~ Il design è una forma d'arte? O diventa tale quando è in edizione limitata?

Demetrio Paparoni, critico d'arte, Milano ~ La grandezza dell'arte è data dalla sua inutilità. L'arte ci dà tanto, cambia la nostra vita, ma non si può usare. E allora, per quanto originale e ben fatto possa essere, si può considerare arte un oggetto d'uso comune come una sedia, un bicchiere o un orinatoio?

Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, collezionista d'arte e presidente dell'omonima fondazione, Guarene d'Alba e Torino ~ Goethe scrisse che l'opera d'arte può avere un effetto morale, ma richiedere a un artista uno scopo morale significa fargli rovinare il suo lavoro. Come si conciliano etica e arte in una logica di utilitarismo?

Carlo Contin, designer, Limbiate (Monza) ~ Il design ha ancora la capacità di incidere sul mondo "reale" al di fuori del piccolo mondo autoreferenziale in cui sembra si sia rinchiuso? E quale deve essere il ruolo del designer?

Juli Capella, designer e architetto, Barcellona ~ Se il design (e la sua conseguente produzione) è responsabile della distruzione del mondo, come è possibile che sia proprio il design a salvarlo? Se l'uomo ha bisogno di servizi, perché gli diamo sempre più materia?

Giulio Iacchetti, designer, Milano ~ Mai come ora sento bruciare dentro di me queste parole della tradizione dei nativi americani: «La Terra non l'abbiamo avuta in eredità dai nostri genitori, ma presa in prestito dai nostri figli»… Ci suggestiona l'idea di una progettazione che va oltre la trasformazione delle risorse e si fissa su un piano immateriale, quindi spirituale, oppure riteniamo che nella totale compromissione con la materia e la sua irreversibile modificazione ci sia ancora una ragione forte in cui innestare il nostro pensiero, la nostra azione?

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